La modifica richiesta dalla Serie A – l’innalzamento al 50 per cento del peso nelle votazioni in Figc per le tre leghe professionistiche – deve passare da una modifica dello statuto. Per questo il presidente federale Gabriele Gravina, ha chiesto di portare in Consiglio federale la discussione.È questo l’esito del tavolo tra Figc, leghe, calciatori e arbitri per discutere la rimodulazione dei pesi elettorali tra le parti. Non è invece passata la soluzione transitoria di innalzare il peso della Serie A dall’attuale 12 per cento al 20.
Le reazioni
Il tema della modifica dello statuto verrà portato al Consiglio federale di lunedì 29 luglio. Per questo motivo, la decisione potrebbe anche slittare l’Assemblea elettiva del 4 novembre. “Una Serie A più forte e meglio rappresentata all’interno del sistema federale è un beneficio per tutti”, ha detto il presidente della Serie A, Casini. Marani, a capo della Serie C, commenta: “Il clima era sereno, adesso si tratta di costruire un percorso, di cercare un progetto che metta insieme tutti noi. Noi abbiamo dato ampia disponibilità”.
L’assenza di Abodi
Il ministro non ha partecipato. Alla riunione tra il presidente della Figc Gabriele Gravina e le componenti federali, per discutere dei pesi elettorali, non ha preso parte Andrea Abodi, responsabile dello Sport nel governo Meloni. Il ministro, che pure nelle scorse settimane ha incontrato le parti in causa, ha ritenuto di non partecipare al confronto in via Allegri a Roma, dove ha sede la federazione. Il suo ruolo sarebbe stato quello di garante de facto dell’accordo che si cerca.
Tutto il calcio intorno al tavolo
Assente la parte politica, sono invece presenti all’incontro romano le altre componenti federali con Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A, Mauro Balata, numero uno della Lega di Serie B, Matteo Marani per la Lega Pro, Giancarlo Abete per la Lega nazionale dilettanti, oltre a Umberto Calcagno, in rappresentanza dei calciatori e Carlo Pacifici, per la componente arbitrale.
L’emendamento Mulé
Al tavolo di confronto, le componenti del mondo del calcio (professionistico e dilettantistico) si riuniscono per trovare un’intesa sulla nuova rimodulazione dei pesi elettorali delle singole leghe in vista delle prossime elezioni federali del 4 novembre. A cambiare il quadro è l’emendamento Mulé, presentato dal deputato di Forza Italia e già approvato in commissione Cultura alla Camera. Il testo prevede che negli sport a squadre, composte da atleti professionisti e con meccanismi di mutualità generale previsti dalla legge, l’organizzazione dell’attività agonistica mediante i campionati delle diverse categorie spetti in via autonoma alle rispettive leghe sportive.
Le richieste della Serie A
La Lega di Serie A contribuisce ogni anno con 130 milioni (un decimo di quanto incassa dai diritti tv, come previsto dalla legge) a sostenere i costi delle serie inferiori, dalla B, che ne incassa una sessantina, alla C, che ne prende 27, fino al calcio dilettantistico. A fronte di questo, il massimo campionato pesa appena per il 12 per cento nelle decisioni in federazione. E tutte insieme le tre leghe professionistiche, A+B+C, hanno il 34 per cento dei voti (12 la A, 5 la B e 17 la C, che un tempo era divisa in C1 e C2). La richiesta della Serie A è che il mondo del calcio professionistico pesi complessivamente per il 50 per cento, con la A in posizione preminente. Il compromesso probabile è che alla A venga intanto riconosciuto un peso di voto del 20 per cento, che i club del massimo campionato considerano però solo un punto di partenza. Sopra quella soglia, servirebbe una modifica dello statuto da parte dell’Assemblea generale Figc.