In una Firenze disseminata di cantieri in questi mesi estivi, la Fiorentina non fa eccezione. Termina con una sconfitta per 2-0 in favore del Leicester la prima amichevole estiva della squadra viola al King Power Stadium. E la sensazione è che il gruppo di Stefano Pioli si porti appresso un cartellone con su scritto “lavori in corso”.
Ci sono, intanto, una Fiorentina A e una Fiorentina B. E se la Viola vista nel secondo tempo ha fatto vedere di essere già piuttosto tonica, quella dei primi 45 minuti (imbottita di seconde linee) ha patito particolarmente la freschezza degli inglesi. Gli alibi non mancano di certo: le Foxes giocheranno la prima partita ufficiale fra una settimana esatta e sono in una fase molto più avanzata della preparazione. Ed è proprio il gap di condizione atletica che non ha permesso alla Fiorentina di esprimere al meglio il gioco dinamico che il tecnico richiede. La squadra è andata spesso in sofferenza e il lavoro intenso svolto in queste giornate di ritiro inglese ha pesato sulle gambe dei giocatori.
Su tutti, sono apparsi in difficoltà Parisi, Fortini (ancora indietro di condizione e sostituito alla mezz’ora per normale gestione delle forze), Bianco e Beltran, in sofferenza quando chiamato a reggere il peso dell’attacco da solo. Ma anche Moise Kean deve calibrarsi nelle occasioni in cui, come ieri, dovrà dividere lo spazio con un altro attaccante.
Informazioni e indicazioni che il tecnico e il suo staff raccoglieranno per stringere qualche vite nel prosieguo della preparazione estiva. Stefano Pioli, come detto, decide di sperimentare. Non tanto sul modulo, che conferma quanto visto in queste prime settimane di ritiro con un 3-4-2-1, quanto sugli uomini. Fuori quasi tutti i big dall’undici iniziale. Dentro Martinelli, Kouadio, Marì, Viti, Fortini sulla corsia destra, Bianco e Sabiri nei due di centrocampo, Parisi a sinistra, Fazzini e Richardson ad agire sulla trequarti e Beltran schierato nel ruolo di centravanti.
Il modulo è simile a quello schierato da Raffaele Palladino lo scorso anno, l’interpretazione è ben diversa. E lo si vede sin dai primi minuti del King Power Stadium, in cui la Fiorentina prova a tenere alti i ritmi, creandosi anche un paio di occasioni pericolose grazie alla riaggressione alta e alla capacità di andare in verticale. La differenza di condizione atletica, però, appare altrettanto evidente, in particolare sulle fasce, dove Fortini, ma soprattutto Parisi, soffrono tremendamente la spinta rispettivamente di Mavididi e Fatawu.
Il primo tempo si chiude già sul doppio vantaggio in favore del Leicester e all’ora di gioco Pioli stravolge la squadra mandando in campo i titolari e giocando la carta del tridente pesante Gudmundsson-Dzeko-Kean. La Fiorentina da lì alza leggermente i giri. Dodo corre come un matto, Kean reclama un rigore (che pare esserci) per un tocco di mano e Dzeko si mette in mostra con qualche bella giocata da regista offensivo. Il secondo tempo, per la verità, si chiude senza alcuna parata rilevante di Hermansen, ma l’ultima mezz’ora consegna indicazioni più confortanti allo staff in vista dei prossimi impegni.
Non c’è tempo per riposare. Perché domani la Fiorentina sarà di nuovo in campo per la sfida col Nottingham Forest. Ed è molto probabile che Stefano Pioli voglia invertire l’impiego dei suoi calciatori rispetto a quanto visto al King Power Stadium, per poi presentarsi con il miglior undici possibile nella sfida di Old Trafford contro il Manchester United il 9 agosto. L’auspicio del tecnico è che al Teatro dei Sogni la Viola possa contare anche su Simon Sohm, in arrivo dal Parma per le visite mediche e pronto a volare alla volta dell’Inghilterra per raggiungere i nuovi compagni. Anche perché il centrocampo visto a Leicester ha evidenziato una certa mancanza di fisicità. Un profilo come quello dello svizzero darà una mano a disegnare la Fiorentina che ha in mente Stefano Pioli. I lavori nel cantiere, intanto, proseguono.