Firenze – I tre tiri dal dischetto del Franchi, tutti sbagliati, non sono ovviamente finiti nel tabellino dei gol. Ma il record al contrario (se visto dalla parte dei portieri, è il primato delle loro prodezze) ha offerto l’occasione per una discussione ormai imperante tra i protagonisti della serie A: quella sui rigori troppo facili. E sullo sfondo della nuova frenata che lascia il Milan al sesto posto in classifica, col mal comune di un’andatura zoppa per tutte le concorrenti allo scudetto tranne il Napoli ma nessun gaudio per Fonseca, è stato proprio l’allenatore portoghese a non tirarsi indietro nella battaglia contro i cosiddetti rigorini, partendo dalle decisioni di Pairetto e del Var.
Anche Palladino contesta i rigori facili
L’atto di accusa è molto duro: “Ormai è un circo, non è più calcio. Quanti rigori abbiamo visto in questa giornata di campionato? Questo non è calcio, il calcio è contatto: un tocco minimo, un contatto, non può bastare per un rigore. E non parlo solo di quello assegnato contro di noi, mi riferisco anche al primo che ci hanno dato. Sono situazioni che influenzano l’andamento della partita. Tutti si innervosiscono, a cominciare dall’arbitro”. La tesi di Fonseca è stata condivisa dall’allenatore della Fiorentina. Palladino racconta di averne parlato col collega a fine partita: “C’è da modificare qualcosa nei regolamenti. Non può essere rigore al minimo contatto. Come si fa a chiedere ai difensori di difendere in queste condizioni?”.
Due sconfitte in 5 giorni, l’autodifesa di Fonseca
Per Fonseca, però, i due tiri sbagliati dagli 11 metri sono stati dolorosi anche per un’altra ragione: Theo Hernandez e Abraham si sono presentati sul dischetto disattendendo le sue indicazioni e la questione è stata oggetto di una sgridata negli spogliatoi, confermata da Gabbia. L’allenatore si è molto arrabbiato, perché il rigorista incaricato era Pulisic, e ha finito con lo scoperchiare il caso: “Ho detto alla squadra che non deve mai più succedere”. Però è successo ed è costato caro al Milan e a Fonseca stesso, di nuovo al centro delle critiche e per questo pronto a impegnarsi in un’appassionata autodifesa: “Abbiamo creato più occasioni per segnare della Fiorentina. Ma in Italia è così, a seconda che si vinca o si perda la partita. Abbiamo sbagliato due rigori e siamo la peggiore squadra del mondo e io il peggiore allenatore del mondo, mentre se li avessimo segnati, saremmo stati i migliori”.
Il caso Hernandez: un rosso da squalifica
Resta comunque la disobbedienza sui tiratori o al limite un po’ di anarchia: il primo rigore lo voleva battere anche Morata, sul secondo Abraham non ha voluto cedere il pallone a Pulisic. Non è la prima volta che accade, nel calcio, che un calciatore soffi a un altro il rigore. Nella Fiorentina Kean ha sbagliato il suo, dopo i due segnati da Gudmunsson nella vittoria con la Lazio. Ma al Milan, anche se Gabbia ha parlato di una questione chiusa all’interno della squadra, la vicenda ha lasciato un po’ di tensione già sul campo: Hernandez, ancora una volta capitano la sera del suo ventisettesimo compleanno, nell’appendice della sconfitta si è preso un cartellino rosso per proteste. Le due giornate di squalifica minima sembrano scontate. Il referto dell’arbitro Pairetto sarà decisivo.