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Gattuso: “Sono uomo di pace ma con Israele dobbiamo giocare”. Il sindaco di Udine chiede rinvio, il Viminale frena

Il ct azzurro si smarca dalle polemiche: “Fa male vedere bambini morire, ma il nostro lavoro è questo”. Il ministero dell’Interno: “Per noi si può scendere in campo”

FIRENZE – A Coverciano da ct neofita, prima delle due partite di qualificazione al Mondiale americano contro Estonia (venerdì a Bergamo) e Israele (l’8 settembre sul neutro di Debrecen), Rino Gattuso non si è sottratto ad alcuna domanda, a cominciare dalla questione dell’opportunità di giocare a Udine, il prossimo 14 ottobre, la gara di ritorno con gli israeliani. Il commissario tecnico, davanti al presidente della Figc Gravina, ha raccontato le sue sensazioni: «Io sono un uomo di pace e mi fa male al cuore vedere civili e bambini colpiti. Noi però facciamo un mestiere, Israele è nel nostro girone e ci dobbiamo giocare. La Figc sta lavorando per una gara perfetta anche dal punto di vista della sicurezza. Il nostro dovere è fare il nostro lavoro, ma spero in una soluzione di pace, non solo in Israele».

Un anno fa

Un anno fa, sempre a Udine e sempre il 14 ottobre, si giocò Italia-Israele di Nations League. Allora il sindaco friulano di centrosinistra, Alberto Felice De Toni, si rifiutò di concedere il patrocinio, stavolta si dice contrario alla disputa dell’incontro: «Di fronte a un dramma senza eguali negli ultimi 80 anni, giocare adesso sarebbe inopportuno. Lo stadio è gestito dall’ Udinese, la scelta della sede è della Figc, la partita è organizzata dall’Uefa. Il Comune è chiamato a occuparsi di ordine pubblico con coordinamento della Prefettura», precisa. «Ci sono state manifestazioni di dissenso un anno fa, non potranno non essercene tra un mese e mezzo». L’auspicio del sindaco dunque è un rinvio per ordine pubblico. Il sindaco può contare sul sostegno di 20mila firme raccolte da una petizione online lanciata da Possibile per chiedere lo stop al match.

Gasparri: “Ha ragione Gattuso”

Il tema è sul tavolo del governo. Il Viminale ha assicurato che «la partita di ottobre a Udine si può giocare regolarmente». Secondo il ministro dei trasporti Salvini, «lo sport avvicina i popoli, non è un momento di odio». E il presidente dei senatori di Forza Italia Gasparri si è schierato con il ct: «Ha ragione Gattuso, lascia sgomenti l’irresponsabilità del sindaco». Dalla Figc trapela la volontà di aderire a un progetto di supporto umanitario, in concomitanza con la partita, patrocinato da “Uefa Foundations for Children”, in favore delle vittime di tutti i conflitti in corso. Non solo per via di questi drammatici e ineludibili argomenti Gattuso ha usato toni assai sobri. Nella classifica del girone di qualificazione al Mondiale la Nazionale è in ritardo anche di differenza reti sulla Norvegia, col rischio di dovere passare attraverso i play-off, fatali nel 2017 a Ventura e nel 2022 a Mancini: «Non è il momento delle parole, bisogna fare i fatti sul campo», ha ricordato Gattuso.

I dubbi di formazione

Per ora sul campo, insieme ai vice Riccio e Bonucci, ha cercato il coinvolgimento di tutti i giocatori, incitati di continuo chiamandoli per nome e invitati a «non avere paura di sbagliare un passaggio» e a «non essere superficiali» nelle prove anti Estonia. Nessuno si è tirato indietro per un dolore, come era capitato spesso negli ultimi tre anni. Scamacca (ginocchio) e Tonali (spalla) sono rimasti. «Ai calciatori ho rotto tanto le scatole per telefono, ma non lo farò con la tattica», ha spiegato Gattuso.

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