Dopo aver portato a termine la missione per la quale era tornato al Genoa (riportare il Grifone in Serie A), il classe 1990 Kevin Strootman ha deciso di rimanere all'ombra della Lanterna, nonostante l'opzione Sparta Rotterdam, sodalizio in cui aveva cominciato nel 2007 la sua lunga carriera.
"Era un'idea legata ad esigenze familiari, ma quando mi sono messo al tavolo con la dirigenza e Gilardino le idee erano già chiare" spiega il centrocampista olandese, portato in Italia da Rudi Garcia nel 2013, a 'La Gazzetta dello Sport' "Negli ultimi mesi di campionato c'era una energia pazzesca a Marassi, da quella dovremo ripartire in agosto; in Serie A sarà più difficile, ma voglio essere utile al Genoa. Se sono un leader? Va chiesto ai compagni, ma ascolto anche io i vari Badelj, Bani e Sturaro, mica so tutto.. Il Genoa deve capire che non avrà lo stesso possesso palla che aveva in Serie B, quindi sarà cruciale lo spirito di gruppo maturato per conquistare la promozione".
"Profilo basso? Negli ultimi anni non ho dimostrato nulla, poi nel calcio non si vive di rendita; i grandi confermano partita dopo partita il loro valore. Con Genova è nato qualcosa di speciale, sono sempre stato sostenuto dopo l'esperienza difficile di Marsiglia e dopo la parentesi di Cagliari, si è come riaccesa la spina. Il segreto della promozione è stato il gruppo: chi stava in panchina spronava gli altri, anche se avrebbe meritato di giocare, Sturaro ha trascinato i compagni nonostante un infortunio di tre mesi, poi Badelj e un talento come Gudmundsson, non lo immaginavo così pronto".
