«Un momento di adrenalina». Così Pierluigi Gollini descrive la parata in uscita su Lautaro al minuto 39 del match contro l’Inter di sabato scorso. Un intervento importante «ma per prendersi il Genoa ci vuole altro – sottolinea l’estremo difensore rossoblù arrivato in estate dall’Atalanta – servono tante partite e sarà il campo a decidere. Quella parata poi è stata la più istintiva, più difficile è stata la prima su Thuram che ha calciato sul primo palo con il pallone che è passato sotto le gambe di Bani».
Gollini, aveva tante richieste. Come mai la scelta è ricaduta sul Genoa?«Non c’è un fattore unico che spicca sugli altri. La piazza è importante, un club storico. Giocare nella squadra più antica d’Italia è un motivo d’orgoglio, lo stadio ti trasmette sensazioni straordinarie e poi c’è la parte sportiva. L’anno scorso ho giocato contro il Genoa e ho visto una squadra molto ben allenata».
C’era l’interesse anche del Monza?«Un’ipotesi. Alla fine non si è fatto nulla. La mia prima scelta comunque era il Genoa».
Cos’ha provato nel vedere un “Ferraris” stracolmo contro l’Inter?«E’ stato emozionante. Percepivamo tutti questo entusiasmo intorno a noi. Come abbonamenti c’è stato il record storico, è un ambiente super carico, bellissime emozioni».
Che gruppo ha trovato?«Fantastico. Non ci sono personalità che vogliono spiccare sugli altri ma un gruppo molto coeso, tranquillo e umile».
Arriva da stagioni in cui ha giocato poco. Quanta voglia c’è di ritrovare continuità?«Continuità e fiducia sono fondamentali. Quando giochi meno, per brillare devi trovare gli stimoli giusti. Io avevo tanta voglia e bisogno di trovare continuità. Sono felice del mio primo passo con la maglia del Genoa e spero di disputare una bella stagione».
Come si trova con la costruzione dal basso?«A me è sempre piaciuta. Per alcuni portieri penso sia una cosa innata, per altri è più costruita. E penso che influisca il percorso calcistico che hai fatto. Io per esempio ho iniziato la carriera come difensore, mi è sempre piaciuto giocare con i piedi. L’anno scorso Martinez ha fatto bene, ha avuto una grande interpretazione moderna del ruolo del portiere».
Cosa si porta dall’esperienza a Napoli?
«Che la testa è fondamentale. Ho capito che un anno puoi essere dominante mentre l’altro, se non sei costante e al top mentalmente e fisicamente, non riesci ad essere performante come prima».
Obiettivi personali e di squadra?«A livello individuale punto a giocare tanto e divertirmi. Come squadra fare più punti dell’anno scorso. Questo è un gruppo molto solido».
Come si trova con lo staff dei portieri e con Gilardino?«Benissimo. Avevo parlato con Perin. Scarpi e Raggio Garibaldi sono dei grandi lavoratori, li ringrazio per come mi hanno accolto e per la fiducia nei miei confronti. Così come Gilardino. Ho trovato uno staff molto competente».
Sulla scelta di vestire la maglia rossoblù ha influito il fatto che la sua fidanzata sia di Genova?«Lei mi ha sempre detto che non importava dove giocassi ma che facessi la scelta migliore per la mia carriera. Il Genoa è stato una scelta professionale».
Il suo rapporto con la musica?«E’ la mia passione da sempre. Alle medie ho cominciato ad ascoltarne tanta. Sicuramente andare in Inghilterra mi ha giovato, ho conosciuto tanti generi e molti artisti, una cultura hip hop che in Italia ancora non c’era».
Vi conoscete con Bresh?«Siamo amici con lui. “Guasto d’amore” è una bellissima canzone. A Genova c’è una platea rap molto forte. In tanti sono partiti dalla Liguria».
Sentire “Guasto d’amore” prima del fischio d’inizio e cantata da tutto lo stadio vi carica?«E’ veramente bello. Quando venni col Napoli, già conoscevo la canzone, ma non sapevo la mettessero allo stadio e mi ha impressionato. E’ un “inno moderno”, è stato bravo Bresh».
A livello di squadra non ci sono novità rilevanti. Recuperato Ekuban, restano ai box Marcandalli, Matturro e Norton-Cuffy. Sul fronte mercato in arrivo Miretti. L’operazione si chiuderà con la formula del prestito secco da parte della Juventus.