Dortmund – Subito un quarto d’ora di grandinata di tiri tedeschi, con quattro parate di Schmeichel. Poi, venti minuti di tornado furibondo, tuoni e fulmini, saette e lampi e l’acqua che precipitava a cascate dal tetto della Westfalen Arena: partita sospesa, in attesa che il diluvio cambiasse obiettivo. Dopo, un altro quarto d’ora sublime della Germania, che ha modi diversi per vincere e forse non ce li ha ancora fatti vedere tutti, anche se in mezzo a tutte queste ondate d’acqua e di calcio sono stati 42 miseri secondi, la parentesi secca tra un var e l’altro, a scrivere la storia della partita contro la Danimarca. A suo modo, anche quello è stato spettacolo, che ha pompato ulteriori emozioni in una gara palpitante, nelle vene di un pubblico in estasi.
«La cronaca della gara»
Dunque: dopo il tornado e tutto il resto, in apertura di ripresa i danesi passano in vantaggio con un gol in mischia di Andersen, ex doriano, ma i moviolisti scopriranno un fuorigioco millimetrico del penultimo che aveva toccato la palla, Delaney. Il gioco riprende e nell’azione successiva Raum cross da sinistra e un danese tocca con la mano. Chi? Andersen, naturalmente, la cui espressione di sardonica incredulità diceva già tutto prima che l’arbitro dovesse andarsi a rivedere l’infrazione al replay. Segna Havertz su rigore, festeggia sotto la gradinata danese e si becca un’altra pioggia, stavolta di bicchieri di birra. Ma d’altronde anche Andersen era andato ad esultare in faccia ai tifosi tedeschi: il karma, alle volte. Da lì in avanti, il danese andrà in tilt, lasciando ai tedeschi campo aperto nella sua zona.
Germania camaleontica, raddoppia Musiala
Dopo l’1-0, la Germania ha cambiato registro: prima aveva basato i suoi attacchi su ritmo e pressing, dopo si è presa gli spazi e li ha occupati con tecnica sublime: persino lo stopper Schlotterbeck, che sarebbe pure una riserva (il titolare Tah era squalificato) si è preso il lusso di un lancio mancino di 50 metri per spedire verso il raddoppio Musiala. C’è stato poi molto sciupio (Havertz e Sané soprattutto, poi nel finale anche Füllkrug), l’orgoglio di danesi, a lungo tostissimi, si è perso e i tedeschi hanno mantenuto un livello molto alto in ogni espressione del gioco, anche nella muscolarità con cui Rüdiger ha battagliato con Hojlund, duello con clangore di metallo. Lo stopperone verrà premiato come migliore in campo, ma c’era l’imbarazzo della scelta.
Germania (4-2-3-1) Neuer 6.5 – Kimmich 6.5, Rüdiger 7, Schlotterbeck 7, Raum 6.5 (36’ st Henrichs) – svAndrich 7 (20’ st Emre Can), Kroos 6.5 – Sané 6 (43’ st Anton sv), Gündogan 6 (20’ st Füllkrug 6), Musiala 7 (36’ st Wirtz sv) – Havertz 6.5. Ct Nagelsmann 7.
Danimarca (5-4-1) Schmeichel 7 – Bah 5, Andersen 4.5, Vestergaard 5, Christensen 5.5, Maehle 5.5 – Skov Olsen 5.5 (24’ st Poulsen sv), Delaney 6 (24’ st Norgaard sv), Hojbjerg 6, Eriksen 5.5 – Hojlund 6. Ct. Hjulmand 6.
Arbitro: Oliver (Ing) 6.Reti: 8’ st Havertz (rig.), 23’ st Musiala
Note: ammoniti Hjulmand, Bah, Maehle, Andersen. Spettatori 61.612.