All’Etihad ha giocato (bene) ma ha perso. Il suo era il Napoli di Maurizio Sarri. Faouzi Ghoulam conosce bene il valore del Manchester City, al quale è legato pure un ricordo molto complicato della sua carriera: l’uno novembre 2017 al Maradona si ruppe il legamento crociato e poi non è riuscito a ritornare ai suoi livelli. L’ex azzurro commenterà la gara per Sky.
Quali sono i suoi ricordi della sfida col City all’Etihad Stadium?
«La preparammo bene e andammo a giocare il nostro calcio. Ma nella prima mezz’ora ci misero sotto e segnarono due gol. Però ricordo la nostra reazione. Giocammo un ottimo secondo tempo. Chissà: se avessimo finito i primi 45 minuti sotto di un gol forse avremmo potuto pareggiarla. Peccato per quel rigore di Dries».
Che tipo di stadio è?
«Uno di quelli in cui quando ci entri pensi anche a tutto il tuo percorso e ti senti orgoglioso di esserci arrivato».
Al San Paolo, invece, la partita col City è legata ad un momento difficile, l’infortunio al crociato.
«Uno snodo cruciale della mia carriera e della mia vita. Lo accettai e mi misi subito al lavoro.
A distanza di anni posso dire che quell’infortunio indebolì il calciatore ma rafforzò l’uomo». Che effetto le farà vederla e commentarla dagli studi di Sky?
«Sarò felice di farlo perché sono certo che sarà un grande spettacolo. Se il Napoli dovesse fare risultato sarò ovviamente contento. Ma quando sono in tv mi piace dire ciò che penso in maniera oggettiva».
È una carriera che le piace quella del talent, oppure ha in mente di fare altro nel mondo del calcio?
«Andare in tv mi piace. A Sky ho trovato grande professionalità. Ogni volta imparo qualcosa in più: dai colleghi ai giornalisti della redazione e ai tecnici. C’è grande professionalità e sono orgoglioso di esserci. Sono convinto che anche la tv mi servirà per vivere al top una seconda carriera da manager dello sport».
Come giudica il Napoli dopo i nove acquisti arrivati in estate?
«Il mercato di questa estate ha migliorato una squadra già forte. Merito di De Laurentiis che ha sempre saputo equilibrare le esigenze tecniche e quelle di bilancio. Mi piace molto la proiezione del club a livello internazionale: very cool».
Guardiola-Conte, sarà anche un confronto tra i migliori allenatori europei. Quali sono le differenze principali tra questi due tecnici?
«Da un punto di vista tattico sono tante le differenze. Hanno approcci diversi ma ciò che li accomuna è che sono forse i massimi rappresentanti di due diverse concezioni del gioco».
La squadra azzurra può fare strada in Champions?
«Bisogna essere realisti. Ci sono club che hanno una forza finanziaria superiore. Questo fa la differenza a livello tecnico, strutturale e organizzativo. Ma quando finisce la musica, la parola passa al campo. Il Napoli deve pensare soltanto a fare il Napoli».