Forse non tutti sanno che è tornato Mai dire Gol. O meglio, ne è tornata una sorta di emanazione moderna, con incursioni rapide quanto efficaci dentro un programma live, il mercoledì sera in chiaro su Tv8, che riguarda la Champions League e inizia anche con una gara in diretta del medesimo torneo. Stavolta tocca a Lille-Real Madrid e ci sono campioni da vendere. I campioni della serata sportiva di un tempo arrivano dopo, e sono i due della Gialappa’s Band, Giorgio Gherarducci e Marco Santin – ordine alfabetico. I quali si inseriscono dentro il post-partita, che si chiama Champions Night, condotto da Leo Di Bello e Sarah Castellana e con ospiti in studio Walter Zenga, Fabio Quagliarella e Stefano De Grandis.
A quel punto basta liberare gli estri di un tempo: in brevi inserti – perfetti tra l’altro per la riduzione in pillole che poi sbucano subito sul web e fanno tonnellate di visualizzazioni – arrivano episodi folli accaduti nel variegato mondo calcistico, interviste pazze, sfondoni e così via. E poi arriva lui: ovvero Max Giusti nei panni di Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, con l’imitazione lanciata al Gialappa’s Show (nuova edizione imminente). Ed è pura libidine, sembra davvero di essere tornati a trent’anni fa: Giusti è in stato di grazia, la caratterizzazione è perfetta, l’intesa coi Gialappi è superiore, i tormentoni vanno già per il mondo. E secondo qualcuno, il vero De Laurentiis non l’avrebbe presa affatto bene.
Gherarducci e Santin, cosa avete da dire contro il sospetto di reducismo o nostalgismo?
“Lo spirito è quello, il resto ha dentro però tutto quello che è venuto dopo, per esempio l’esperienza a Quelli che il calcio. Inoltre siamo live, cosa mai successa ai tempi, e questo porta a misurarsi con un passo del tutto diverso. In più, poi, abbiamo gli ex calciatori in studio che reagiscono in diretta a quello che si vede”.
Ma è tutto più facile o più difficile?
“Non scherziamo, la digitalizzazione e la velocità con cui oggi riesci a lavorare sui filmati sono un cambiamento epocale e permettono cose impossibili un tempo”.
I social, con la loro tempestività e la libertà totale, sono un nemico?
“I social basta non leggerli”.
E comunque il senso è “siete ancora qua”. Se esistesse Mai dire gol in versione estesa, chi sarebbe oggi un personaggio del calcio presenza fissa?
“Secondo noi Ibrahimovic: ha tutto, e soprattutto è divertente quando vuole esserlo ed è divertente anche quando non vuole e si fa serio”.
Un altro?
“Ivan Juric. È la persona più permalosa del mondo. Abbiamo pronte decine di interviste in cui si inalbera con il giornalista e chiude a brutto muso sempre con la solita frase”.
Che sarebbe?
“Ci vuole rispetto”.
Chi sarebbe un tormentone fisso?
“Inzaghi: per la mimica, per le sue reazioni a quello che succede in campo, i gol sbagliati soprattutto”.
E un personaggio di allora che oggi farebbe comunque sfracelli?
“Un Trapattoni è per sempre, quella spontaneità e quello spirito farebbero del gran bene al calcio attuale. Un altro che magari è meno ricordato ma è davvero rimasto nei nostri cuori è il tecnico brasiliano Lazaroni. Magari ci fosse anche oggi”.
Ma è proprio cambiato tutto? Oggi sul calcio scherza chiunque.“I calciatori: diciamo che hanno studiato un po’ di più rispetto a quelli del passato. E poi c’è il fattore della lingua: una volta il giocatore straniero si dannava per imparare l’italiano e noi ci campavamo sopra. Oggi, prendiamo il Milan, sono gli italiani che devono imparare le lingue”.
Max Giusti-De Laurentiis è la rivelazione del decennio.“C’è della perfezione, e nei toni il presidente del Napoli è davvero così. Giusti ci mette un’ottima conoscenza del personaggio, ci aggiunge un po’ di Alberto Sordi e il mix funziona benissimo”.
Lo spirito di Mai dire gol è rimasto ovunque. Il mese scorso su Retequattro Paolo Del Debbio aveva in collegamento la premier Meloni. E lei gli ha fatto i complimenti per l’eleganza. Ma quella sera Del Debbio era vestito esattamente come Felice Caccamo…“La prendiamo come una consacrazione”.