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Giuseppe Farina, morto l’ex presidente del Milan e del Vicenza. Lanciò Paolo Rossi

Fu il patron dei rossoneri prima dell’avvento di Silvio Berlusconi. Alla guida del Lanerossi ottenne un clamoroso secondo posto in Serie A

E’ stato forse il presidente per antonomasia. Si può definire così chi ha guidato ben 12 club. E’ stato anche l’ultimo proprietario del Milan prima dell’era di Silvio Berlusconi. Il nome di Giussi Farina, morto all’età di 91 anni, resta però associato quasi automaticamente al Vicenza e soprattutto a Paolo Rossi. Divenne presidente del Lanerossi nel 1968, lo rimase 12 anni, rilanciando giocatori al tramonto della carriera come Angelo Benedicto Sormani o Cinesinho, ottenendo salvezze miracolose come quella del 20 maggio 1973: ultima di campionato, vittoria 1-0 a Bergamo nello scontro diretto con una autorete di Vianello che mandò in B l’Atalanta. Il capolavoro di Farina resta comunque il lancio nel calcio italiano e mondiale di Paolo Rossi. Sotto la guida di Giovan Battista Fabbri, tecnico che Farina andò a scovare nella provincia italiana (aveva portato il Piacenza dalla C alla B prima di retrocedere ancora in terza serie), il Lanerossi giocò un calcio innovativo per l’epoca.

Il Vicenza dei miracoli, l’ascesa di Paolo Rossi

Fabbri conquistò la serie A e immediatamente dopo, nella stagione 1977/78, colse uno strepitoso secondo posto alla spalle di quella Juventus che costituiva l’ossatura della squadra in partenza per i mondiali di Argentina. Due stagioni nelle quali Paolo Rossi fu capocannoniere, prima nella cadetteria, quindi nella massima serie con 24 reti.

La folle offerta alle buste per Paolo Rossi

La passione per Rossi però fu anche causa del declino di Farina a Vicenza, Nell’estate 1978 si arrivò alle buste per risolvere la comproprietà con la Juventus: Farina scrisse la cifra di 2.612 milioni, nettamente superiore a quella offerta della Juventus. Una spesa pesante da assorbire per le casse di un piccolo club: Farina tentò la strada degli abbonamenti biennali anziché annuali per raccogliere fondi, ma la squadra finì, nel 1979, per retrocedere in B..

L’avventura con il Milan

Farina tentò poi l’avventura con il Milan. Divenne presidente nel gennaio del 1982, ma pochi mesi dopo la squadra retrocesse per la seconda volta – la prima sul campo – in B. Tornato in A sotto la guida di Ilario Castagner, riportò sulla panchina rossonera Nils Liedholm, portò con sè il solito Paolo Rossi e ingaggiò un giocatore del calibro di Agostino di Bartolomei. I risultati però non furono granché e nel 1986 Farina si dimise a causa della situazione sull’orlo del fallimento. Il tracollo fu evitato da Silvio Berlusconi, che iniziò la sua era alla guida del Milan.

L’incredibile caso Tumburus

Oltre a Milan e Vicenza, Farina ha guidato anche Padova, Audace, Valdagno, Legnago, Schio, Rovigo, Belluno, Rovereto, Modena e Palù. Proprio a Vicenza e Rovereto è legato uno dei casi più curiosi della storia del calcio mercato. Protagonista Paride Tumburus, vincitore dello scudetto nel 1964 con il Bologna, poi passato al Vicenza e quindi in comproprietà al Rovereto, che giocava in C. Arrivati alle buste, estate del 1971, Farina offrì la miseria di 175 lire, ma il club trentino fece ancora peggio e si fermò a 25. Una chiara mancanza di rispetto per il calciatore (che decise di appendere le scarpe al chiodo), ma anche una storia di un altro calcio, quello di cui per lungo tempo Farina ha fatto parte.

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