Sorpasso dell’Inter ieri, controsorpasso oggi? Tutte le luci del campionato sono sul Napoli. Più che una partita affronta una serie di domande. Un questionario scorbutico per Conte chiamato alla volata finale, 28 gare al termine. Non si aspettava certo l’enorme vittoria dell’Inter sul Verona, quando venerdì ha riaperto la polemica su arbitri, Var e Marotta. L’ha fatto con un solo scopo. Chiuderla subito.
Conte sa che il Napoli è il primo avversario dell’Inter. E gli è chiaro che lo scudetto dovrà giocarselo innanzitutto con chi lo detiene. Per temperamento, investimenti di mercato, potenziale tecnico, età e maturità di squadra non c’è che il suo Napoli. Dovranno rientrare nel più composto silenzio anche i presidenti. De Laurentiis e Marotta si sono inseriti in una polemica di modesto spessore, piuttosto che pensare al tema più alto e urgente. Dove va il calcio italiano ora? Il ministro Abodi sostiene in queste ore che «si possa far di meglio», un modo garbato per dare il preavviso al presidente federale rieletto dal 18 ottobre 2018. Il 3 febbraio 2025 le nuove elezioni. Ci siamo. Dopo sei anni nel più cupo grigiore, con un titolo europeo tra eliminazioni, debiti e regressi. Meglio se De Laurentiis, che ha sorretto Conte sulle modalità Var, prende una linea ferma e chiara su Federazione e Lega. Ha sofferto e investito troppo per rientrare nel grande giro, non abbandoni oggi il club a umori, piccoli attriti e volatili alleanze.
Le altre domande, poi. Eccone una: il Napoli ha nervi saldi per reagire all’Inter con il controsorpasso? E l’altra: ha migliorato il suo congegno offensivo? I numeri danno due diverse fisionomie di Inter e Napoli. I campioni in carica vanno più facilmente a rete. Il rapporto tra gol fatti e subiti è 31-14. Diverso il profilo del Napoli: solo 9 al passivo, con modulo difensivo strutturato ma attacco balbuziente, 9 reti in 12 gare. Dodici meno della squadra capolista da ieri sera.
I numeri non sono scritti sull’acqua. Politano e Kvaraskhelia non segnano da due mesi, i 4 gol di Lukaku accendono una lucina rossa. Da stasera sono chiamati a dare di più gli attaccanti. Politano si moltiplica in campo per almeno un’ora, arretrando come quinto nella fase passiva. Da Kvara e Lukaku il Napoli si aspetta di meglio. E per il fantasista georgiano non regge il pretesto della sindrome da contratto. Sarebbe un elemento negativo nell’identikit professionale di chi si candida per grandi club. Dimostri equilibrio e maturità pari alle sue ambizioni. Lukaku se non è il bomber che scavalla in fulminee ripartenze deve accreditarsi come pedina tattica. Vediamo come vanno stasera entrambi.
Va salutato Ranieri, gentiluomo della panchina. Tenta di riparare una Roma sconvolta dai dubbi estivi di Dybala sugli arabi. Se ne ritrova tre per lo stesso ruolo con Baldanzi e Soulé. Ha frenato con dignità (1990-91) la caduta di un Napoli crepuscolare, scoppiato dopo il secondo scudetto.