“Siamo tutti concentrati sull’obiettivo della qualificazione ai Mondiali e siamo consapevoli delle difficoltà che stiamo vivendo. Abbiamo perso alcuni giocatori di riferimento, il momento è di difficoltà, ma ci appelliamo al grande senso di orgoglio dei nostri ragazzi”. Lo ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina, nel corso della conferenza stampa di presentazione delle Finali Giovanili Tim, parlando dei prossimi impegni degli azzurri nel percorso di qualificazioni mondiali. In particolare la cruciale trasferta di venerdì a Oslo contro la Norvegia. “Indossare la maglia della Nazionale è un grande orgoglio che deve generare entusiasmo nei tifosi e che ha determinato nel 2021 un risultato straordinario e impensabile alla vigilia, agli Europei. Insieme adesso dobbiamo centrare questa qualificazione che manca da un po’ di tempo”.
Il caso Acerbi
Gravina si è soffermato in particolare sul caso Acerbi, che ha rifiutato la convocazione. “Non commento la scelta di Francesco, perché è una sua decisione e ognuno di noi sente il proprio senso di appartenenza, non voglio entrare nel merito delle valutazioni soggettive del singolo giocatore. Posso comunque esprimere un senso di dispiacere per non poter utilizzare le sue prestazioni, fermo restando che, come sottolineato da Spalletti, non è un alibi perché ci sono altri difensori che possono sostituirlo. Conosciamo le condizioni oggettive, se cominciamo a discutere e concentrarci sulle difficoltà perdiamo di vista l’obiettivo finale. Si può vincere o si può perdere, noi chiediamo e chiederemo di dare tutto a chi c’è perché quelli convocati sono i più forti che ci sono”, ha dato la carica il presidente federale.
I giovani e la mancanza di pazienza
Gravina ha fatto poi il punto della situazione sul momento difficile del calcio italiano. “Sfatiamo un luogo comune, noi in Italia produciamo tantissimi talenti. Per la prima volta abbiamo vinto il torneo Under 17, oltre al trofeo Burlaz che premia la migliore federazione per risultati sportivi ottenuti negli ultimi tre anni. Sotto il profilo della costruzione e della produzione del talento siamo primi in Europa. Ma per avere il campione bisogna offrire al talento le opportunità ed è questo che manca nel nostro Paese. Abbiamo tanti ragazzi di talento che vengono emarginati, anche se quando entrano fanno la differenza. A volte purtroppo non abbiamo pazienza, altre il coraggio di investire nei giovani”.