E’ un momento chiave per il movimento calcistico italiano: all’indomani della vittoria della Nazionale a EURO 2020, tutti gli occhi sembrano essere tornati sull’Italia e sulle squadre della Serie A, nonostante i recenti addii di alcuni tra i giocatori più rappresentativi del mondo del calcio.
Uno dei principali temi di dibattito è senza dubbio quello della riforma, argomento più volte discusso dai vertici federali, anche pubblicamente nel corso delle varie riunioni.
Intervenuto ai microfoni del ‘Corriere dello Sport’, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha aperto alla possibilità di un rinnovamento nel format della Serie A: una novità mirata a offrire maggiore appetibilità al campionato. “E’ il momento di provare i Playoff in Serie A: negli anni Novanta nessuno credeva ai tre punti per la vittoria e invece ha funzionato. I Playoff in Lega Pro e Serie B sono una garanzia di visibilità e un successo: sarebbe un errore non testarli anche in Serie A”.
Un modo, insomma, per evitare che gli atti finali del campionato si trasformino in una serie di gare tra squadre che hanno già raggiunto i propri obiettivi stagionali. “Ci vuole una riforma che riduca le squadre e modifichi il format: ne guadagnerebbero qualità e competizione”.
Riguardo l’appetibilità, Gravina si è espresso anche sulla decisione di Lorenzo Insigne di lasciare l’Italia per trasferirsi in Canada. “Ho provato un grande dispiacere: l’ho visto crescere a Pescara nel trio delle meraviglie con Verratti e Immobile. Saperlo in un campionato lontano mette tristezza: ho parlato con lui, non ci va a cuor leggero, ma nelle scelte di vita a volte la prosa prevale sulla poesia”.
Insigne si lega anche al discorso Nazionale, impegnata negli spareggi per qualificarsi ai Mondiali in Qatar. “C’è un po’ di scetticismo, ma lo sfidiamo stando insieme: io ci credo. L’infortunio di Chiesa mi preoccupa e mi dispiace: è come se la fortuna ci chiedesse il conto del nostro successo agli Europei. Se Mancini ha sbagliato a non osare di più? Ha una squadra forte e l’ha difesa, non mi sembra che il campionato abbia fornito molte alternative: se resta anche se l’Italia esce? Lo valuteremo insieme, ma il percorso con Mancini non è legato a un singolo risultato. Ha rilanciato l’immagine della Nazionale”.