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Gravina e la gogna sotto la curva: “Basta, si rischiano squalifiche”

Un brutto vizio che non accenna a scomparire, anche se in parte si è attenuato rispetto al passato. Ne ha parlato il presidente della Figc, Gabriele Gravina, al suo terzo mandato, in una intervista a La Stampa: «Vedo ancora squadre che si recano sotto la curva alla fine della partita per parlare con gli ultras”. L’ultimo esempio è la Lazio dopo il ko a Bologna. “ Si tratta di un comportamento vietato dalle norme, e non da oggi. Gli Slo (i referenti per le tifoserie, ndr) devono portare la squadra negli spogliatoi. Altrimenti, ho chiesto di far rispettare il codice di giustizia sportiva, che prevede squalifiche per chi si presta a quella che è, a tutti gli effetti, una gogna». Vedremo se la procura Figc interverrà o se si farà finta di niente come in passato. Basterebbero delle multe ai calciatori per evitare questi pessimi spettacoli.

Da quest’anno c’è anche un’arma in più contro i violenti. Il Daspo fuori contesto, già adottato fra i primi dal questore di Roma, Roberto Massucci, fra i più esperti di dinamiche ultrà. «Si tratta di una misura-ha ricordato Gravina- che impedisce l’accesso alle partite a chi ha commesso reati, anche se non all’interno dello stadio o nelle sue immediate vicinanze. Si chiama tecnicamente Daspo fuori contesto ed è già in vigore. Il capo della Polizia sta collaborando con le questure e ringrazio i ministri Piantedosi e Abodi per il loro impegno nella lotta alla violenza».

I Daspo ultimamente hanno colpito con grande attenzione tifosi del Bra, della Cavese, del Piacenza, della Spal, del Pistoia (basket), del Napoli, del Pompei, del Lecce, dell’Inter, del Cesena, del Parma, della Sampdoria, della Lucchese, del Perugia, eccetera. Si va dalla serie A ai campionati minori. Con il Daspo almeno queste persone per un po’ non metteranno più piede negli stadi. Ma da solo non basta perchè chi è camorrista tutta la settimana lo è anche la domenica e magari continua a fare i suoi affari (illeciti) anche lontano dallo stadio.

Il nuovo presidente dell’Osservatorio del Viminale, Maurizio Improta, sta facendo un ottimo lavoro in una situazione davvero sempre più complessa. Dirigente generale di Pubblica Sicurezza, dopo una grande esperienza come poliziotto, Improta si è insediato al Viminale il 24 settembre 2024. Trasferte proibite, assalti ai treni, partite a porte chiuse, incidenti, agguati e alleanze criminali: c’è di tutto quest’anno, di tutto e di più negli stadi e intorno gli stadi.

“I dati relativi alle immagini acquisite, e al loro abbinamento ai nominativi, si cancellano automaticamente trascorsi sette giorni, nel rispetto delle prescrizioni in materia di privacy”: lo detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in merito ai sistemi di videosorveglianza negli stadi. “Da alcuni anni, presso lo stadio Olimpico di Roma è stato sviluppato, pertanto, un sistema di videosorveglianza provvisto di una funzione di acquisizione dei dati biometrici degli spettatori, sulla base di una verifica preliminare positivamente esperita dal Garante per la protezione dei dati personali nel luglio del 2016”, ha ricordato inoltre Piantedosi, spiegando che “questa funzionalità consente l’acquisizione delle immagini degli spettatori abbinate automaticamente al nominativo della persona quale risulta dal sistema di controllo degli accessi ai tornelli e dal sistema di biglietteria. In caso di determinati illeciti commessi all’interno dello stadio, per i quali sono applicabili la misura del Daspo e dell’arresto differito, il sistema consente di effettuare a posteriori il riconoscimento degli interessati tramite il confronto delle immagini acquisite al momento del transito nei tornelli di accesso con quelle riprese all’interno dello stadio durante gli eventi sportivi”. La Lega di A, con il suo ad Luigi De Siervo, come ha ricordato Repubblica, si batte da anni su questo fronte, in mezzo anche a difficoltà burocratiche e politiche.

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