LONDRA – Ma come ha fatto a fare quel gol Erling Haaland? Non è la prima volta che il bomber norvegese del City, 13° gol in 12 partite questa stagione, si esibisce in reti da ginnasta, alla Holly & Benji, da supereroe. Ma il 2-0 di “Haa-La-Land” o dell’”incredibile Erling” contro lo Sparta Praga in Champions League di ieri sera (5-0 a finale) è qualcosa di mai visto. Un acrobatico incrocio tra una mossa di karate e una schiacciata di pallavolo. Con il tacco destro, però.
Foden: “Haaland è un mostro”
“È un mostro”, commenta il compagno di squadra Phil Foden, “dopo il gol sono andato da lui e gli ho detto che, se avessi provato io a fare una cosa del genere, come minimo mi sarei stirato l’inguine. Non so come ci sia riuscito, certo le gambe lunghe aiutano. Ma queste cose può farle solo lui”. E, come scrive l’Independent, fa niente che “prima Haaland abbia mancato tre gol decisamente più facili. Ieri sera ha comunque segnato una doppietta e in Champions la sua media è superiore a un gol a partita”. Difatti sono 44 reti in 42 match. Che gli vuoi dire? Niente. “E dire che neanche ha guardato il pallone durante quel gesto straordinario”, commenta su Tnt Sports Glenn Hoddle, ex allenatore del Tottenham e della nazionale inglese, “adesso tutti i bambini del Paese proveranno a emularlo nei campetti”. Matheus Nunes, compagno di squadra del norvegese: “Sono senza parole”.
“L’unico che può segnare così”
Per Jason Burt del Telegraph, questo è “l’archetipo di un gol alla Haaland: la fusione tra coinvolgimento minimo e massimo impatto. Il suo fisico, gli allenamenti, ma anche lo yoga aiutano molto a completare simili acrobazie”. L’ex capitano dell’Inghilterra femminile Steph Houghton: “È l’unico attaccante del mondo che può segnare da una posizione simile”. L’unico perlomeno in attività, visto che anche Zlatan Ibrahimovic in passato ci aveva abituato a questi colpi da Karate Kid, come ricordano l’ex difensore Rio Ferdinand, e lo stesso Pep Guardiola, nonostante i pessimi rapporti con lo svedese.
Guardiola: “È una statua”
“È una statua, così alta e flessibile”, ha commentato l’allenatore catalano del City a fine partita, “è simile al gol che fece al Dortmund qui all’Etihad due anni fa su cross di Cancelo, “Una rete del genere non è normale per un umano, così come capitava a Zlatan. È incredibile: Erling può toccare la palla venti volte durante la partita, perché è sempre marcatissimo” – una “sindrome da zombie” come l’ha definita lo stesso norvegese in una recente intervista – “eppure ti crea comunque sette o otto occasioni da gol”. Ciononostante, come già accaduto in passato, Guardiola ha sostituito Haaland sul più bello, stavolta prima che potesse segnare la tripletta: “Se si fa male lui sono guai”, anche perché il City non ha un vero rimpiazzo, “ma ho già trovato chi può sostituirlo: John Stones”. Un difensore.