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Haaland, lo shampoo e l’effetto Carrà

La rubrica “Schermaglie”

A 90° Minuto del sabato – Raidue – viene lanciato il dibattito sulle parole di Fonseca, che sul Milan del recente passato ha affermato che non faceva “calcio posizionale”. Lì è partito un sondaggio interno e, nonostante la presenza dei vari Tardelli, Righetti etc. nessuno aveva la minima idea di cosa diavolo fosse. Finché Aurelio Capaldi ha dato una spiegazione chiamando in causa Pep Guardiola. In più, sono partite affermazioni ad altissimo rischio sulla reciproca conoscenza delle posizioni.

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Ritorna la Champions e saranno in molti quelli che, non essendovi riusciti al 1° turno, riprenderanno il tentativo di capirne la nuova formula. Intanto si afferma sempre più una sorta di metodo zen che suona così: “A un certo punto mi farete sapere chi va avanti e chi no. Intanto so che se la mia squadra vince le partite è meglio”.

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L’emendamento del Governo che adesso prevede addirittura il carcere per chi fa uso del pezzotto illegale ha una sola spiegazione. Le multe non funzionano granché: c’è caso che qualche utente piratesco prima di finire nelle mani della legalità sia disposto volentieri a sganciare i soldi della multa.

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Intanto la parola “Pezzotto” da pochi giorni è entrata in qualità di neologismo nel vocabolario Treccani. E vale sia se il vocabolario lo si compra originale, sia nelle versioni piratate.

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Non è bello divertirsi sulle sconfitte altrui, ma sono davvero fantastiche le scene dei giocatori del Cagliari che a fine gara vanno a chiedere scusa ai tifosi: e a loro si unisce la mascotte Pully, pennuto di gommapiuma, che riesce, non si sa come, ad assumere un’aria contrita.

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Seguendo le partite su Dazn in streaming dal computer si palesa sulla destra dello schermo la possibilità di accedere alla Fanzone. Ovvero la chat aperta ai tifosi per discutere della gara in tempo reale scambiandosi pareri. I cronisti Dazn ricordano spesso l’opzione, invitando a cliccare. Ma sarebbe bello se spiegassero anche come si fa a non correre il minimo rischio di finirci, nella Fanzone.

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Da sconsigliare agli spiriti più sensibili lo spot dello shampoo che ha per protagonista Erling Haaland. Che per l’occasione scioglie le trecce e si agita e corre a chioma libera (con un vago effetto Raffaella Carrà dei bei tempi). Terrificante.

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In Serie C nella Casertana gioca il difensore Riccardo Gatti. Numero sulla maglia: 44. Ovvero si ripercorre la via segnata anni fa da Fabio Gatti, del Perugia, che per primo inaugurò la simpatica trovata. Federico Gatti della Juventus ha invece il semplice numero 4. Che ha il suo bel perché.

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“Sono arrabbiato. Per non dire incazzato” (Eusebio Di Francesco, Dazn).

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