Montero, Owusu, Pugno, Pagnucco e Papadopoulos. Quella che sembra una filastrocca, componimento breve spesso legato alla storia del calcio, è in realtà il pokerissimo di esordienti in prima squadra della Juventus. Cinque giovani, due dalla Next Gen e tre dalla Primavera, che rimpolperanno nella trasferta di Lecce la rosa di Thiago Motta, decimata dai tanti infortuni. Un’altra infornata di giovani, dal 2007 Montero, figlio d’arte, al 2004 Papadopoulos, che in questa stagione ha già assaporato il clima della Serie A con la maglia del Genoa dopo aver esordito il 5 maggio scorso contro il Milan.
Chi è Alfonso Montero, il figlio d’arte
Inevitabile partire da Alfonso Montero, il più giovane dei cinque, che si è affacciato in prima squadra 19 giorni dopo l’esonero del padre, Paolo, sollevato dall’incarico di allenatore della Next Gen. Superfluo specificare il ruolo del 2007 Alfonso, difensore come il padre: nelle giovanili bianconere ha giocato con l’Under 17 e l’Under 19, arrivando a vestire la maglia dell’Uruguay in Under 20. Centrale dotato di ottimo fisico, dall’alto dei suoi 185 centimetri, deve ancora completare il suo percorso di crescita ma già adesso c’è chi è pronto a scommettere su di lui anche grazie alla sua duttilità, che gli consente di giocare sia centrale di destra che terzino, sempre dallo stesso lato.
Papadopoulos, il trequartista in prestito
Il più esperto del lotto di convocati da Motta è il greco Christos Papadopoulos, uno che la Serie A l’ha già assaggiata grazie ad Alberto Gilardino. L’ex tecnico del Genoa ha sempre avuto grande fiducia nel centrocampista greco, classe 2004, al punto da farlo esordire lo scorso 5 maggio a San Siro nel 3-3 contro il Milan, facendolo entrare al 42’ al posto di Ekuban. Arrivato in estate proprio dal Genoa in prestito, dopo esser stato convocato da Gilardino per la sfida casalinga con l’Inter del 17 agosto, ha un contratto con la Juventus valido fino al termine della stagione, quando il suo futuro sarà deciso: i bianconeri hanno un’opzione per il riscatto. Centrocampista dalle buone doti offensive, è cresciuto nell’Iraklis Larisas prima di arrivare in Italia per giocare con la Primavera del Genoa, dove è riuscito a mettersi in mostra fino ad attirare l’attenzione della Juventus. Per lui quest’anno 12 presenze con la Next Gen di Montero e Brambilla, prima di convincere Motta a concedergli un’occasione.
Owusu, il tuttocampista il cui nome è una garanzia
All’anagrafe, al fianco del suo nome e cognome, Augusto Owusu, c’è anche un secondo nome che spiega tutto: Seedorf. Non poteva che finire a centrocampo il percorso tecnico di Owusu, classe 2005, dotato di corsa instancabile ma anche di qualità tecnica evidente. Uno dei pochi punti di forza della Next Gen in questa stagione sfortunata per la seconda squadra bianconera, in grado di fare filtro a centrocampo e di ripartire sfruttando la sua progressione. Prodotto del settore giovanile, è stato ceduto in prestito una stagione, alla Reggiana, con cui ha giocato il campionato Primavera, prima di tornare alla casa madre.
Pugno e Pagnucco, gol e fantasia per Motta
Gli ultimi due esordienti tra i convocati di Motta per il Lecce sono Filippo Pagnucco, esterno classe 2006, e Diego Pugno, bomber anche lui dello stesso anno del compagno di squadra. Entrambi nella rosa della Primavera di Magnanelli, sono due giovani non ancora passati in Next Gen ma promossi in prima squadra per cause di forza maggiore: niente di regalato, chiaramente, di loro si dice un gran bene. Il primo, Pagnucco, è arrivato alla Juventus a 14 anni dal Pordenone, mentre Pugno è approdato alla Continassa nel 2021 dal Burgaro. Esterno a tutta fascia, ma anche ala pura il primo, centravanti vecchia scuola il secondo, sono due dei punti di forza della squadra di Magnanelli e candidati ad un ruolo da protagonista nel futuro della Juventus. Iniziando dalla trasferta di Lecce, in cui probabilmente non giocheranno ma che rappresenta per loro un punto di partenza per spiccare il volo.
