Milano – I club le provano tutte per mettere alla porta chi non è più gradito. Il direttore sportivo dell’Inter, Ausilio, ha detto pubblicamente che per il regista Asllani «è il momento di fare altre esperienze». Il Milan, con Origi, ha fatto di più: dopo averlo parcheggiato nella squadra Under 23, ora accetta che si alleni per i fatti suoi. Tanto l’albanese dell’Inter, che ha rifiutato il Betis Siviglia, quanto il belga del Milan, che pretende i suoi 4 milioni a stagione fino al 2026, sanno di avere il coltello dalla parte del manico. E, ostinandosi a restare, come tanti altri “signor no” della serie A, bloccano il mercato in entrata dei rispettivi club. «Stupisce che, pur di tenere il punto, molti accettino di non giocare», dice il procuratore Oscar Damiani Jr, che spiega così la determinazione a incatenarsi ai cancelli dei centri di allenamento: «In Italia si sta bene. Il fattore ambientale è sottovalutato nel pesare le scelte degli sportivi. Poi, certo, ci sono i soldi».
Quanti capricci alla Juventus
Dusan Vlahovic, alla Juve, guadagna 12 milioni e, a un anno dalla scadenza, non vuole fare rinunce. Per accontentarsi dei sei milioni messi sul piatto dal Milan, ne pretende altrettanti dai bianconeri. Alla Continassa un’impasse simile riguarda Weah, che vuole solo il Marsiglia, Douglas Luiz, multato per avere disertato gli allenamenti, e Kostic, che scade fra un anno e non si danna certo ad accasarsi altrove. Stessa situazione per Arthur, che a Torino guadagna 4,5 milioni. Milik ha prolungato il contratto solo per spalmare il proprio ingaggio e Djalo è separato in casa dopo il ritorno dal prestito al Porto. Nico Gonzalez, sotto contratto fino al 2029, non ne vuole sapere di trasferirsi in Arabia, dove sarebbero pronti a dare alla Juve 30 preziosissimi milioni da investire sul mercato in entrata.
Damiani: “Poche carte in mano ai club”
Per Damiani, «i club non hanno strumenti efficaci per allontanare i calciatori. Se fai loro contratti brevi, rischi di perderli a zero. Se li fai lunghi, rischi di pagarli per anni anche se non giocano. Viste le cifre in ballo e le tutele di cui godono i calciatori, sbagliare un acquisto è un dramma». Il Milan è incartato sul piano degli acquisti anche perché, oltre a Origi, non riesce a disfarsi di Adli, Okafor, Bennacer e Musah, tutti aggrappati all’uscio. Per l’Inter, oltre ad Asllani, a puntare i piedi sono Taremi e Bisseck, a parole determinati a conquistare il nuovo tecnico Chivu. Qualcosa di simile succede alla Roma con Kumbulla, Saud e Solbakken. Vogliono giocarsi le loro carte col Gasp? Più che altro, sanno che altrove non prenderebbero gli stessi stipendi.
Il Napoli è il club che si muove meglio
E se alla Lazio il mercato è bloccato per violazione dei parametri economici — una buona scusa per chi vuol restare, a dispetto dei santi — anche una società in crescita come il Como sperimenta la difficoltà di salutare chi non ha posto: Verdi, Belotti, Cerri, Kerrigan. Chi sembra muoversi meglio è il Napoli: piazzato Osimhen, ora Conte e De Laurentiis spingono verso l’Inghilterra Cajuste, che ha rifiutato il Besiktas, verso la Grecia Cheddira mentre è già a Cremona Zerbin. Soldi freschi per il mercato. Gli scudetti si vincono anche così.