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I Kalulu, quattro fratelli nel mondo del pallone

Una vera e propria dinastia. Dopo Pierre, difensore centrale della Juve, Aldo (Partizan) e Gedeon (Lorient) anche Joseph, il più giovane dei quattro, ha firmato con il Pau Fc il primo contratto professionistico

Quattro fratelli nel mondo del pallone. Per la famiglia Kalulu il calcio è una dinastia: difficile, se non impossibile, trovare una così ampia rappresentanza nello sport più amato al mondo. Specialmente da quando Joseph, il più giovane dei quattro, ha firmato il suo primo contratto professionistico con il Pau Fc, seconda categoria francese. Pierre, difensore centrale della Juventus e prima del Milan, è probabilmente la massima espressione della famiglia, ma anche Aldo nel Partizan e Gédéon nel Lorient, seconda categoria transalpina, sanno cosa voglia dire vivere di calcio.

Kalulu, sorpasso alla famiglia Esposito

Con la firma di Joseph, sorridente mentre mostra la maglia gialla e blu del Pau con il numero 3 in bella vista, la famiglia francese di origini congolesi ha superato gli Esposito, espressione tutta italiana delle dinastie calcistiche. Quattro a tre, un gol realizzato da chi le reti dovrebbe sventarle. La carriera dei Kalulu è iniziata con Aldo, il maggiore, attaccante classe 1996 cresciuto nel Lione e poi Rennes, Socheaux, Basilea: per lui quest’anno 4 gol e 5 assist in 29 partite tra Superliga e qualificazioni europee. Un anno più giovane è Gédéon, il primo difensore centrale in famiglia, partito anche lui da Lione e oggi al Lorient. Il più noto, però, resta Pierre, difensore esterno e centrale, passato in estate dal Milan alla Juventus, diventando uno dei punti di riferimento della difesa di Motta. Ora anche il più giovane della famiglia, Joseph, terzino mancino classe 2004, si affaccia al calcio professionistico: una tradizione di famiglia.

Fratelli nel pallone: dai Neville ai Thuram

I Kalulu non sono i primi fratelli a scrivere la storia del calcio. In Italia sono esplosi a suon di gol ma anche di giocate intriganti i fratelli Esposito, partiti dal rione Cicerone di Castellammare di Stabia e arrivati nel calcio professionistico. Tutti e tre attaccanti, sono la nuova speranza del calcio italiano che vive la penuria di bomber: Salvatore e Francesco Pio con lo Spezia in B, Sebastiano con l’Empoli in A.

Tuttavia, il fenomeno dei fratelli calciatori è diffuso e ha prodotto coppie e terzetti celebri. Chi non ricorda i Neville, Gary e Phil, simboli del Manchester United e della Nazionale inglese, o i De Boer, gemelli olandesi capaci di conquistare l’Europa con Ajax e Barcellona. Restano emblematici i fratelli Thuram, gli unici a riuscire a disinnescare la rivalità più acerrima del calcio italiano, quella tra Juventus e Inter: i figli di Lilian, leggendario difensore francese, Marcus e Khéphren, sono ora protagonisti del centrocampo bianconero (Khephren, il più giovane) e dell’attacco nerazzurro (Marcus). Mentre il pubblico ringhiava durante l’ultimo derby d’Italia, loro due scherzavano come quando giocavano da piccoli. Come due fratelli, potremmo dire.

Il dna nel mondo del pallone

Non meno celebri sono i Milinkovic-Savic, con Sergej, ex centrocampista della Lazio ora in Arabia Saudita, e Vanja, portiere del Torino, quattro rigori parati su cinque, vero specialista sui penalty. Un altro caso famoso è quello degli Hazard: Eden, ex stella di Chelsea e Real Madrid, ha giocato al fianco dei fratelli Thorgan e Kylian, entrambi professionisti. Anche i Lukaku hanno lasciato il segno nel calcio europeo: Romelu, in corsa per conquistare un altro scudetto in Italia, questa volta con il Napoli, ha condiviso il palcoscenico con il fratello Jordan.

Altro terzetto, anche se nettamente sbilanciato a favore di Paul, è quello dei Pogba, con Paul, ex Manchester United e Juventus, e i fratelli Mathias e Florentin, entrambi calciatori professionisti. Oltre a loro i Boateng, con Jerome, campione del mondo con la Germania nel 2014, e Kevin-Prince, che ha vestito maglie prestigiose tra cui quella del Milan, gli Alcantara, con Thiago, ex Bayern Monaco e Liverpool, e Rafinha, con esperienze in Barcellona e PSG. Una questione genetica o c’è di più? Crescere in un ambiente sportivo aiuta a sviluppare una mentalità vincente e un’educazione calcistica precoce. Il supporto reciproco, i consigli e la sana competizione tra fratelli spesso diventano il motore per migliorarsi. Ma il caso della famiglia Kalulu, l’unica a firmare un poker, resta unico.

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