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I premi, gli spettatori, la storia della mascotte: 10 cose da sapere sugli Europei femminili

La rassegna continentale al via in Svizzera. Italia a caccia di una semifinale che manca da 28 anni. La Spagna ha recuperato in extremis la stella Bonmatí, colpita da meningite virale

In Svizzera, con le prime due partite, entrambe del gruppo A, Islanda-Finlandia (alle 18 a Thun) e Svizzera-Norvegia (alle 21 a Basilea), prendono il via gli Europei femminili di calcio. Ecco 10 curiosità sulla rassegna continentale:

1) Torneo più ricco. I premi totali, rispetto all’ultima edizione, sono decisamente cresciuti passando da 16 a 41 milioni di euro, con un massimo di 5 milioni (più del doppio rispetto a 3 anni fa), per la nazionale vincitrice.

2) Record di spettatori. Con oltre 600.000 biglietti già venduti e 22 delle 31 partite completamente esaurite, Euro 2025 ha già superato i numeri della precedente edizione del 2022, pur senza contare su stadi simbolici come l’Old Trafford o Wembley. Il 35% dei biglietti è stato acquistato da tifosi stranieri, con 61.000 tedeschi, 41.000 inglesi, 16.000 francesi, 15.000 olandesi e persino 5.000 americani. Un evento, dunque, sempre più globale, che attira fan da 114 paesi diversi.

3) Un torneo ecosostenibile. Sarà un’edizione all’insegna della sostenibilità ambientale. La programmazione delle partite è stata studiata per limitare gli spostamenti delle squadre, favorendo il recupero delle giocatrici e riducendo l’impatto ambientale. Negli stadi non sarà presente la plastica monouso e avverrà una donazione del cibo avanzato durante le gare, oltre all’utilizzo dell’energia rinnovabile e di acque grigie per limitare i consumi.

4) Un torneo sempre più tecnologico. Per la prima volta, come già accaduto per gli Europei maschili del 2024, anche il torneo femminile godrà della connected ball technology, ovvero il pallone con il sensore che permetterà di capire meglio eventuali tocchi di braccio, e del fuorigioco-semiautomatico (Saot), per annullare reti viziate da posizioni irregolari.

5) Lo strano digiuno della Germania. Pur avendo storicamente dominato la competizione (8 vittorie su 13 edizioni), la nazionale tedesca non alza la coppa da 12 anni (ultima volta nel 2013). Nel 2022 a Wembley dovette inchinarsi ai supplementari all’Inghilterra che così riuscì a conquistare il titolo per la prima volta.

6) Un torneo tabù per l’Italia. Le azzurre non hanno mai vinto gli Europei. Al massimo hanno conquistato due secondi posti, nel 1993 e nel 1997. Nelle ultime 6 edizioni non sono mai andate oltre i quarti. Non partono né tra le favorite (Spagna, Inghilterra, Germania e Francia), né tra le outsider (Olanda e Svezia) ma possono sicuramente passare il turno nel girone con Spagna, Belgio e Portogallo e poi giocarsela nei quarti visto che troveranno la prima o la seconda del gruppo A comprendente Svizzera, Norvegia, Islanda e Finlandia. L’Italia esordirà il 3 luglio a Sion con il Belgio (ore 18) poi giocherà il 7 luglio a Ginevra contro il Portogallo (ore 21), infine l’11 luglio a Berna contro la Spagna (ore 21).

7) La prima volta di Polonia e Galles. Per due delle 16 nazioni presenti si tratterà dell’esordio nella rassegna continentale. La qualificazione di Polonia e Galles è il simbolo di un’allargamento del bacino di utenza e del numero di praticanti in Europa. E, inoltre, è frutto del nuovo sistema di qualificazione, che ha coinvolto 51 squadre.

8) Bonmatí, una stella ritrovata. Proprio in extremis la Spagna ha saputo di poter contare su Aitana Bonmatí, fuoriclasse del Barcellona, vincitrice degli ultimi 2 Palloni d’Oro (2023-2025). La 25ene centrocampista catalana era stata ricoverata sabato per una meningite virale dopo aver trascorso due giorni con la febbre alta ma fortunatamente la cura farmacologica a cui si è sottoposta ha avuto effetto consentendo alla campionessa di rientrare lunedì nel ritiro con la squadra. Sarà a disposizione per la partita inaugurale delle Furie rosse, giovedì a Berna contro il Portogallo.

9) Maddli, la storia del nome della mascotte. Come mascotte del torneo è stato scelto un vivace cucciolo di San Bernardo, a cui è stato dato il nome di Maddli. Un nome ispirato a Madeleine Boll, la prima donna ad ottenere, seppure per errore, una licenza da calciatrice in Svizzera. Nata nel 1953, giocò nelle giovanili del Sion a partire dai 10 anni e ottenne la licenza a giocare competizioni ufficiali perché ritenuta un ragazzo. Messasi in luce durante una sfida maschile con il Galatasaray, venne tesserata in Italia dove vinse due scudetti, nl 1970 con la Gommagomma Meda e nel 1971 con la Real Juventus. Nel 1974 tornò al Sio, dove e conquistò le due prime edizioni di Coppa di Svizzera, nel 1976 e 1977.

10) Record di rappresentazione LGB. Tra le 368 le calciatrici presenti, almeno 73, ovvero quasi il 20% del totale, hanno dichiarato la propria appartenenza alla comunità LGB+. Si tratta di una percentuale maggiore rispetto ai Mondiali del 2023, quando si fermò al 13%, e quasi il doppio rispetto agli ultimi Europei del 2022. Il Galles è la squadra con il maggior numero di giocatrici LGB+ dichiarate: 9. L’Italia ne ha 6, ovvero la 30enne Rachele Baldi (portiere Fiorentina), la 28enne Lisa Boattin (difensore Juventus), la 27enne Manuela Giugliano (centrocampista Roma), la 25enne Giada Greggi (centrocampista Roma), la 31enne Elena Linari (difensore Roma) e la 27enne Annamaria Seturini (centrocampista Inter). L’Islanda è l’unica a quota 0.

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