Ho questo amico che tifa per il Bologna e quando gli ho chiesto della cessione di Ndoye, decisivo nella passata stagione, mi ha risposto: «Di fronte a certe cifre diventa inevitabile». E per la sostituzione? «Girano diversi nomi, ma a parità di richiesta economica punterei sul brasiliano di vent’anni piuttosto che sul turco di venticinque, perché così fra due puoi rivenderlo guadagnandoci». Non è un contabile di professione, ha svolto studi umanistici, ha l’abbonamento in tribuna ma, come molti, in estate diventa un tifoso della Plusvalenza Football Club. Sarà stato il fantacalcio, che stacca le figurine dalla casella del cuore e ricompone un mosaico del portafoglio; sarà stata la grandine mediatica che flagella a ritmo di cifre collegate a parole divenute sinistramente familiari (bonus, percentuale sulla rivendita, ingaggio, recompra); sarà che se tutto ha un prezzo, il prezzo è tutto. Così dall’era del fuoco e della passione si è approdati a quella del ghiaccio e del calcolo.
Non è che si rimpianga l’ira funesta della piazza di Firenze per la cessione di Baggio, ma se oggi Kean partisse per l’Arabia Saudita e per 60 milioni l’Arno mormorerebbe: «Passa allo straniero, eh che ci vuoi fare? A quella cifra puoi dire no?». Infatti per Retegui l’Atalanta ha detto sì, tanto in area tecnica son dieci anni che qualche genio scova rimpiazzi di lusso, fino al giorno in cui non ne scoverà più.
Due giorni fa un sito ha pubblicato con risalto la classifica dei club europei che in questo calciomercato hanno fin qui guadagnato di più. Tra i primi 15 figuravano 4 italiani (Milan, nono, poi Atalanta, Napoli e Bologna). In testa, nettamente, il Bayer Leverkusen. Non so se, alla notizia del primato, nella città tedesca siano scesi in strada per celebrare. Lo hanno fatto due anni fa, quando vinsero alla grande la Bundesliga umiliando il Bayern di Monaco e ora gli hanno smantellato quella splendida squadra, che dopo un anno in calo avrebbe potuto ripartire con un diverso allenatore, come ha fatto il Napoli. Niente: Wirtz al Liverpool per 130 milioni di euro più una sfilza di bonus, terzo acquisto più costoso di sempre. «Di fronte a certe cifre diventa inevitabile».
Va bene se lo dice il presidente che incassa (poi, come Zamparini a Palermo, scriverà la top 11 dei ceduti e leggerà una formazione che avrebbe potuto arrivare in fondo alla Champions). Va bene se lo dice l’esperto di mercato, che deve muovere le acque del suo stagno. Ma il tifoso, dove e quando ha perduto l’anima? E di che colore è la bandiera del Plusvalenza Football Club?