Il solito Ibra, diretto scherzoso ma mai banale. È lui uno degli ospiti alla 13ª edizione del Globe Soccer il meeting annuale che abbraccia operatori del calciomercato, leghe, federazioni e club andando a premiare, fra gli altri, il miglior giocatore e la miglior giocatrice.
Il centravanti svedese ha svelato: "Se a 41 anni non avessi passione non potrei sopravvivere, tutto va veloce, io devo lavorare sempre più forte. Se perdi la passione perdi anche la disciplina. I miei idoli? Mohamed Alì, mentre nel calcio dico Ronaldo il Fenomeno".
"In Serie A il Napoli sta meritando, lo dice la classifica, ma siamo il Milan non vedo perché non dovremmo credere nello scudetto. In Champions, invece, bisognerà farsi trovare pronti, tutto è possibile, con il Tottenham ce la giochiamo alla pari".
Poi sul mondiale: "Difficile non essere in Qatar, probabilmente guarderò tutte le partite, o forse guarderà Ibra allenarsi".
Ibra ha poi ricordato il primo incontro con Fabio Capello: "Mi ha fatto grande, ma mi ha anche rotto. Quando sono arrivato alla Juve, ero entusiasta di essere in una grande squadra. Lo vedo e lo saluto, 'buongiorno Mister'. Lui non mi rispose. Dopo dieci minuti aspettavo ancora. Ho imparato molto da lui, mi ha insegnato la disciplina".
Quindi, ai microfoni di Sky ha parlato ancora del suo Milan: "Siamo cresciuti come squadra, Maldini e Massara hanno fatto un gran lavoro. Crediamo allo scudetto sempre".