Una foto dal letto d’ospedale. Igor Protti, ex attaccante di Bari, Napoli, Lazio, Livorno e Messina, ha scelto i social per rendere pubblica la sua malattia. «Purtroppo poco più di un mese fa mi è stato trovato uno sgraditissimo ospite. La prossima settimana comincerò le cure per cercare di migliorare la situazione e poter essere nuovamente operato tra qualche mese». L’ex attaccante, 57 anni, ha infatti spiegato di aver già affrontato un intervento chirurgico. «È una partita durissima. So benissimo che si può vincere o perdere, ma ce la metterò tutta come sempre. E so di non essere solo: ho la mia grande e meravigliosa famiglia vicino a me».
La carriera
Igor Protti è stato un attaccante simbolo del calcio di provincia negli anni 90. Il filo della sua carriera lega Rimini, la sua città di nascita, a Livorno, passando per Bari, Napoli, Messina e Roma, sponda Lazio, le principali squadre di cui ha vestito la maglia. Ha debuttato in prima squadra a 16 anni, a Rimini in C1. Dopo una prima esperienza al Livorno, ha attraversato Bergamo (Virescit) e Messina prima di esplodere a Bari, dove in quattro stagioni è diventato molto più di un centravanti. Nel campionato 1995-96 ha segnato 24 gol, chiudendo da capocannoniere della Serie A nonostante la retrocessione dei biancorossi: nessuno, prima di lui, ci era mai riuscito. In quella squadra giocavano anche Ingesson, Masinga e Francesco Mancini, tutti scomparsi prima dei 50 anni.
La storia del Livorno
Dopo l’exploit barese, Protti è passato alla Lazio e ha vinto una Supercoppa italiana. Poi brevi parentesi a Napoli e Reggio Emilia. Ma è nel 1999, al suo ritorno a Livorno, che la sua storia si è trasformata in qualcosa di più profondo. È diventato capitano, simbolo e trascinatore di una squadra promossa dalla C1 fino alla serie A. Re del gol in A, B e C1: unico nella storia, insieme a Dario Hübner. Quando ha smesso, nel 2005, il Livorno ha deciso di ritirare la maglia numero 10. Due anni dopo, sarà proprio Protti a chiedere di rimetterla in gioco. In amaranto tornerà anche nel 2016 e nel 2021 (in Eccellenza) come dirigente. Dopo il ritiro si è dedicato al beach soccer e al teatro: è stato voce narrante per La Bohéme a Livorno e ha recitato per la compagnia Mayor von Frinzius.
Il docufilm sulla sua carriera
Il legame con le città della sua carriera è al centro di un docufilm in uscita a novembre: “Igor. L’eroe romantico del calcio”. Un racconto che mescola immagini d’archivio e testimonianze, con interventi di Chiellini, Mazzarri, Signori. Omaggio a una carriera vissuta sempre a contatto con la gente: «Come quando ero in campo, oggi sento la vicinanza di tutte le persone che mi hanno seguito e voluto bene».