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Il Bologna gioca ma non sfonda, con lo Shakhtar finisce 0-0 il debutto in Champions

Skorupski decisivo col rigore parato in avvio a Sudakov

In uno stadio Dall’Ara affogato da una pioggia incessante, che per qualche ora ha messo in dubbio persino il calcio d’inizio, il Bologna ha fatto il suo debutto in Champions League, sessant’anni esatti dopo la prima e ultima apparizione in quella che ancora si chiamava Coppa dei Campioni (dalla quale fu eliminato al primo turno in uno spareggio deciso dal lancio di una monetina: il format era talmente antiquato che non prevedeva i calci di rigore in caso di parità ai supplementari). Contro lo Shakhtar Donetsk finisce 0-0 e il risultato sta pure stretto ai rossoblù, che a parte lo spavento iniziale per un rigore fallito dagli ucraini hanno sempre orchestrato il gioco andando più volte vicini al gol.

L’impatto con la Champions fa tremare le gambe agli uomini di Italiano: non passano nemmeno tre minuti e Posch regala subito un rigore agli ucraini, stendendo il saettante Eguinaldo in area. Sul dischetto si presenta il numero 10 Sudakov, che però si fa ipnotizzare da Skorupski, facendo esplodere l’urlo dei 26.000 sugli spalti. Nei primi dieci minuti la manovra è tutta dello Shakhtar, squadra abituata ormai da decenni alle competizioni internazionali (nel 1975 giocò persino un’amichevole a Bologna nella “Settimana della cultura sovietica”).

Per vedere i primi guizzi del Bologna occorre aspettare il quarto d’ora, quando un tacco di Moro libera la corsa di Orsolini e poi di Fabbian, dai cui piedi parte un cross corto per Castro, fuori di poco. Ma è dal velocissimo Ndoye che partono le idee migliori del Bologna: il nazionale svizzero ispira ripartenze rapidissime e si presta in più di un’occasione a cambi di campo che disorientano la solida difesa allestita da Marino Pusic, tecnico bosniaco dello Shakhtar con un lungo passato nel calcio olandese.

Gli ucraini, sostenuti da 200 tifosi che srotolano una bandiera gialloblu lunga trenta metri, controllano la situazione con apprensione e sempre più spesso ricorrono a soluzioni d’emergenza che vanificano la velocità di Eguinaldo e la creatività del neo entrato Newertton, buttato in campo al posto di Sikan (colpito duro in uno scontro di gioco). Il primo tempo si chiude sempre nel segno del Bologna, che va vicino al gol con Castro (deviato in angolo il suo tiro ravvicinato su invito di Ndoye). La pioggia non passa, ma nemmeno l’iniziativa rossoblù. La ripresa si apre con un doppio tentativo di Fabbian sotto porta: clamoroso l’errore sul secondo tiro, esploso sul portiere in uscita disperata. È il momento migliore del Bologna, che cinge d’assedio lo Shakthar con i tentativi ripetuti di Ndoye e Castro. Italiano prova a cavalcare il momento immettendo linfa nuova: triplice cambio al 18′ del secondo tempo, con l’ingresso di Pobega, Iling Junior e Dallinga, figli dell’ultimo calciomercato estivo. Lo spartito però non cambia nemmeno con il ritmo impresso da Miranda e Urbanski, gli ultimi entrati di una serata bagnata e sfortunata.

Lo Shakhtar usa la strategia del riccio, si chiude e riparte, senza però alcuna volontà di pungere veramente. Le ultime sortite del Bologna si scontrano sui riflessi plastici del portiere Riznyk, che alla fine risulta il migliore in campo dei suoi. Nel prossimo turno il Bologna volerà all’Anfield Road per sfidare il Liverpool.

Il tabellino di Bologna-Shakhtar

Bologna (4-3-3): Skorupski; Posch, Beukema, Lucumì, Lykogiannis (32′ st Miranda); Fabbian (32′ st Urbanski), Freuler, Moro (18′ st Pobega); Orsolini (18’st Iling Junior), Castro (18′ st Dallinga), Ndoye. All. Italiano.

Shakthar (4-3-3): Riznyk; Konoplia (40′ pt Tobias), Bondar, Mtviyenko, Pedro Henrique; Bondarenko (32′ st Stepanenko), Kryskiv, Sudakov (32′ st Gomes); Zubkov (32′ st Traoré), Sikan (35′ pt Newertton), Eguinaldo. All. Pusic

Arbitro: Saggi (Nor).

Note: ammoniti Posch, Castro, Bondar e Stepanenko.

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