ROMA — Come spinto da una città intera, il Bologna ha vissuto nella notte elettrica dell’Olimpico la sua personale sera dei miracoli. Ha vinto la Coppa Italia numero quattro della sua storia, riempiendo un vuoto lungo cinquantuno anni. Quella volta in panchina c’era Pesaola, in campo Bulgarelli e Savoldi: l’avversario era il Palermo, questa volta il Milan battuto con un gol di Ndoye, il migliore in campo. Al fischio finale la panchina rossoblù è corsa in campo, come impazzita. Sul prato è arrivato anche Gianni Morandi, mentre Cesare Cremonini esultava sugli spalti. Vincenzo Italiano è andato sotto la curva bolognese, a braccia alte. Un capopopolo, in piedi ad arringare i suoi tifosi. Sentiva questa partita in modo particolare, dopo tre sconfitte in due finali (due di Conference, una di Coppa Italia) in due anni con la Fiorentina. La sua rivincita è frutto del coraggio avuto la scorsa estate, quando ha preso il posto di Thiago Motta che aveva appena portato il Bologna in Champions. Non ha mai rinunciato alle sue idee, pian piano ha compreso la città, si è fatto capire dalla squadra, e sono arrivati i risultati.
«la cronaca della partita»
Milan, senza Europa sarà ridimensionamento
Il Milan si è spento sul più bello, quando Conceiçao sembrava aver trovato la chiave giusta. La terza sconfitta nelle ultime tre finali di Coppa Italia (dopo quelle del 2016 e del 2018, sempre contro la Juventus) porta via con sé le speranze di continuità a un progetto che, nonostante le smentite di rito, torna in discussione. Sfuma il secondo trofeo stagionale, svanisce la possibilità di entrare in Europa dalla porta secondaria. I tifosi hanno abbandonato l’Olimpico prima della premiazione, con annessi cori contro la proprietà americana. A meno di un colpo di scena in campionato, senza i milioni delle coppe bisognerà fare i conti con una rivoluzione tecnica e un possibile ridimensionamento: un big andrà ceduto, Reijnders è al momento quello con più mercato. In tribuna c’era Gordon Singer, il figlio del numero uno di Elliott, che nelle ore dell’immediata vigilia ha parlato in ritiro con l’ad Furlani. Nella prossima stagione bisognerà definire con precisione i ruoli all’interno del club, a partire dal direttore sportivo (c’era anche Tare, uno dei candidati con D’Amico al seggio vacante). Contro il Bologna non si è vista una chiara idea di gioco, e i vari Leao, Hernandez e Reijnders non sono riusciti a fare la differenza. Troppo poco per riabilitare un’annata deprimente.
Primo tempo nervoso
Certo non ha aiutato la tensione che ha accompagnato un primo tempo nervoso, in cui la squadra di Italiano ha fatto girare il pallone e il Milan si è affidato alle ripartenze. Come schiacciate dal peso della partita, le due squadre si sono specchiate nelle rispettive paure. I rossoblù sono stati più intraprendenti, ma l’occasione migliore l’ha avuta il Diavolo, con Skorupski reattivo sulla goffa deviazione di Beukema e sulla ribattuta di Jovic. Il Milan ha protestato per un intervento duro su Leao di Ferguson, che ha rischiato un provvedimento più severo del giallo rifilatogli dall’arbitro Mariani.
Il gol di Ndoye
L’equilibrio è andato in pezzi all’inizio della ripresa, quando Ndoye ha approfittato di un involontario assist di Hernandez, ha messo a sedere Tomori e ha infilato Maignan. Conceiçao ha cambiato sistema di gioco, passando alla difesa a quattro e mettendo dentro Gimenez, Joao Felix e Walker. I tre colpi più importanti del mercato invernale non hanno però dato la scossa a una squadra lenta, quasi ingolfata, incapace nel creare pericoli reali alla porta di Skorupski. Stavolta niente rimonta, la festa è solo per il Bologna. Ancora più bella perché in tribuna c’era anche Arianna, la moglie di Mihajlovic. Così questo trionfo è anche un po’ di Sinisa.
Il tabellino di Milan-Bologna
Milan 0
Bologna 1 (8′ st Ndoye)
Milan (3-4-3): Maignan 6 – Tomori 5 (17′ st Walker 5.5), Gabbia 6, Pavlovic 6 – Jimenez 5.5 (17′ st Joao Felix 5), Fofana 6 (43’ st Abraham sv), Reijnders 5.5, Theo Hernandez 5.5 – Pulisic 5.5 (43′ st Chukwueze 6), Jovic 5 (17′ Gimenez 5), Leao 6. All. Sergio Conceiçao 5.
Bologna (4-2-3-1): Skorupski 7 – Holm 7 (31′ st Calabria 6), Beukema 7, Lucumi 7, Miranda 6.5 – Freuler 7, Ferguson 6.5 – Orsolini 5.5 (24′ st Casale 6), Fabbian 6 (24′ st Pobega 6), Ndoye 7.5 (35′ st Odgaard sv) – Castro 6 (35′ st Dallinga sv). All. Italiano 8.
Arbitro: Mariani 6.
Note: ammoniti Tomori, Ferguson, Pulisic, Fabbian e Lucumi.