Se la vendetta è un piatto che va servito freddo, i norvegesi contro l’Italia partono avvantaggiati. Nella loro storia hanno partecipato a tre Mondiali: nel 1938, eliminati agli ottavi di finale dagli azzurri, poi vincitori del trofeo; a Usa ‘94, sconfitti dall’Italia nella partita del girone del torneo; nel 1998, battuti sempre agli ottavi dalla Nazionale allora guidata da Cesare Maldini. Domani le due squadre si affronteranno di nuovo, in una tappa del percorso verso i Mondiali del 2026: la Norvegia ospita l’Italia nella gara del Gruppo I per le qualificazioni alla prossima Coppa del mondo. E il commissario tecnico Stale Solbakken “cerca la sua vendetta”, come scrive il tabloid norvegese Verdens Gang, che lo ha intervistato. Non ha mai dimenticato le sconfitte contro gli azzurri degli anni Novanta, quando in campo giocava lui (convocato solo ai Mondiali del ‘98).
Solbakken contro l’Italia
All’interno dell’Ullevaal Stadion, l’impianto di casa, ha partecipato a uno shooting curioso: a bordo di una vespa rossa, “simbolo dello stile toscano”, con un casco tricolore in testa. È il suo modo di “cercare vendetta”, evidentemente. “Non gli è permesso accendere il motore. Ma non importa, perché la Nazionale da lui guidata ha acceso una scintilla nel popolo norvegese”, scrivono. Gli ottavi di finale persi contro l’Italia proprio non riesce a toglierseli dalla testa, Solbakken: “Eravamo sotto 1-0 e io sono stato falciato all’interno dell’area. Era un rigore chiarissimo, ma non è stato fischiato”. Non solo il Mondiale del ‘98, perché l’ex centrocampista sfidò gli azzurri pure in amichevole (0-0), l’anno successivo a Pisa. Qui fu costretto a lasciare il campo in anticipo per un infortunio: “Ho sempre pensato fosse colpa di Paolo Maldini, ma ho recuperato la partita su YouTube, dove ho scoperto che è stato Roberto Baggio a causare l’infortunio. Baggio in persona!”.
Il figlio del ct della Norvegia gioca nel Pisa
Sulla panchina del Copenaghen, in realtà, aveva già trovato modo di vendicarsi, battendo l’Atalanta nei play-off di Europa League del 2018. “È stata una delle mie imprese più belle”. Ma una buona parola, in fondo, riesce a trovarla: “Mi piace la mentalità del calcio italiano, molto vincente. Quasi 20 anni fa, ho tifato per gli azzurri quando hanno vinto la Coppa del mondo”. Del resto, suo figlio Markus gioca nel Pisa, promosso in Serie A. Ma poi la testa ritorna sul campo, alla sfida contro l’Italia. E porta via la vespa dallo stadio, dall’ingresso dove passeranno gli azzurri di Luciano Spalletti.