Il Leone del Senegal ha il cuore d’oro e il sorriso sincero di Kalidou Koulibaly, un campione in campo ma soprattutto nella vita di tutti i giorni. Dimenticate il cliché del calciatore divo, KK è un ragazzo come tanti che ha avuto la fortuna (e la determinazione) di fare la differenza come difensore. Napoli per 8 anni, Chelsea e ora l’Al Hilal sempre col piglio del leader. Ma il cuore del Leone del Senegal ha da sempre un obiettivo ben preciso: aiutare i più bisognosi.
Lo ha fatto spesso durante i suoi anni in azzurro. Beneficenza senza clamore. Perché chi aiuta, non lo fa per pubblicità, ma per il desiderio di migliorare la vita delle persone. Kalidou lo sta facendo tanto per il suo Senegal. La sua associazione ha quasi terminato un ospedale pediatrico a Ngano, nel villaggio dei suoi genitori e l’altro giorno ha inaugurato l’Academy a Saly.
Si chiama M’Barodi che in wolof significa appunto Leone. Qual è il progetto? Sedici ragazzi selezionati personalmente da Kalidou, dal fratello minore Amadou e dai loro collaboratori avranno l’occasione di studiare e giocare a calcio. «Voglio creare uomini innanzitutto e poi calciatori – ha spiegato Kalidou in ritiro con la nazionale senegalese di cui è capitano – non tutti potranno diventare professionisti, quindi sarà importante trasmettere valori importanti ma anche cultura. Bisognerà prima studiare e poi giocare a calcio. Ho un patto con i genitori. Bisognerà trattarci con rispetto. La mia missione è appena cominciata».
L’Academy targata Koulibaly ha aperto i battenti domenica con una partita cui ha partecipato pure KK che per tutti questi ragazzi è un vero e proprio idolo. Kalidou ha una duplice obiettivo: «Voglio far crescere il calcio nel mio paese. Ci sono tante possibilità non ancora sfruttate, ma al di là di questo il Senegal può migliorare in ogni settore e io voglio fare la mia parte. La mia idea è trovare ed educare gli adulti di domani che saranno la locomotiva del Senegal del futuro. Dobbiamo diventare un punto di riferimento. Ho pensato al calcio ovviamente che è la mia vita, ma presto aprirò l’Academy pure ad altre discipline. L’importante è cominciare».
A seguire i ragazzi (dai 13 ai 9 anni) ci sarà un allenatore professionista. KK ha scelto Olivier Rousset: «L’ho conosciuto a Ryad e gli ho chiesto di occuparmi del mio progetto. Ha avuto esperienza in Congo, in Costa d’Avorio ma anche in Vietnam. Conosce bene questo contesto ed è la persona giusta».
Il Leone del Senegal ovviamente ha l’appoggio pure della Federazione: «È al mio fianco. Presto avremo la licenza pure per disputare un campionato riconosciuto». Koulibaly non si fermerà all’Academy:«Ho tante idee per aiutare il mio paese». Kalidou sta già costruendo il suo futuro a 34 anni: frequenta un corso di Sport e Business alla Luiss di Roma che conta di terminare entro la fine dell’anno: «Non ho ancora deciso cosa farò, quando mi ritirerò». C’è una sola certezza: il tifo per il Napoli (“Ho gioito per la vittoria al 95’ contro il Cagliari. Spero nel quinto scudetto. Conte è un grande allenatore”). Perché l’azzurro sarà sempre nel cuore d’oro del Leone del Senegal.