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Il duro mestiere del ct: allenatori in discussione anche se ai quarti di un Europeo

Almeno 5 degli 8 tecnici arrivati a questo punto del torneo sono comunque criticatissimi

Ci sono tre allenatori in luna di miele con il loro paese – Nageslmann, De la Fuente e Martinez – mentre gli altri cinque rimasti camminano sul filo, con maggioranze più o meno allargate ad auspicarne la caduta: se non sopporti lo stress, non fare il ct. In qualunque posto al mondo.

Un quarto di finale non basta per avere consenso stabile. Al massimo si guadagna l’enfasi legata all’impresa. Così adesso Montella è l’eroe di ogni turco ma fino a qualche giorno fa era un asino che si permetteva di mettere in panchina Arda Güler, il nuovo messia.

Anche gli svizzeri con Yakin sono in tregua, ma il ct stava sulla graticola durante il girone di qualificazione, finito con una sconfitta in Romania dopo una serie di pareggi con Kosovo, Bielorussa, Israele: la sua panchina era traballante, ora è tra le più cool del torneo. Chi ancora non si è guadagnato l’amnistia è Koeman, perché agli olandesi piace sì vincere, però solo se lo fanno a modo loro, naturalmente “all’olandese”. Dopo la sconfitta con l’Austria, gli hanno chiesto cosa avrebbe pensato Cruijff di una prestazione simile e lui ha risposto velenosamente: «Mi ha allenato per anni e abbiamo giocato partite peggiori di questa».

I più criticati sono ovviamente Deschamps e Southgate, ma d’altronde sono quelli che hanno la rosa più ricca e stanno al tempo stesso proponendo lo spettacolo più povero. Discutendo dell’Inghilterra, Lineker e Shearer hanno concordato che “gioca di merda” e non c’è ex che non recapiti a Southgate giudizi feroci e dritte sulla formazione.

Lui se ne sta giovando per compattare il gruppo: lo ha difeso Kane («Non vinciamo niente dal ‘66 e mi sembra che chi ci critica abbia ampiamente contribuito»), lo ha difeso a suo modo Bellingham perché il gestaccio verso la tribuna dopo il gol alla Slovacchia non era uno scherzo fra amici ma un insulto ai critici, e si è difeso da sé: «Si migliora non dando retta ai consigli non richiesti». Nel frattempo, medita di passare alla difesa a tre. Nemmeno Deschamps ha trovato la quadratura , sta andando avanti a colpi di difesa e casualità e i francesi temono che la sua mentalità molto “italiana” (non è un complimento) svilisca lo sconfinato patrimonio tecnico di cui dispone. Dédé ci ha fatto il callo, dicevano che il suo gioco fosse noioso (lo era) anche quando vinse il Mondiale: «I critici fanno il loro lavoro. Hanno sempre fatto parte della mia quotidianità, ma questo non mi impedisce di vivere serenamente».

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