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Il Genoa affonda a Venezia con l’incubo Malinovskyi. Sarà operato, si teme un lungo stop

Una brusca frenata per la squadra rossoblù. La furia di Gilardino: “Dopo l’infortunio, siamo usciti dalla partita. Consegnandoci agli avversari”

A raccontare nel modo più esaustivo la sconfitta patita ieri a Venezia dal Genoa è soprattutto un dato, quello dei tiri in porta: zero. Sì, avete letto bene: nemmeno una conclusione verso Joronen, verso quella che era l’ultima della classifica e che aveva segnato fino a quel momento appena una rete in tutto il campionato.

Basterebbe questo per comprendere la prestazione dei rossoblù sconfitti 2-0, Busio e Pohjanpalo gli autori delle reti per i padroni di casa, e usciti malconci dal Penzo. Una gara segnata sicuramente dal grave infortunio subito da Malinovksyi ad inizio secondo tempo, trauma alla caviglia destra con lussazione articolare e frattura del perone. L’ucraino è andato all’ospedale, dopo essere uscito in barella fra gli applausi, e oggi sarà operato. Per lui previsto uno stop molto lungo, di diversi mesi.

Non può essere però solo quanto accaduto al centrocampista rossoblù la causa di una “non prestazione” da parte del Grifone. Ed il primo a sottolinearlo è stato proprio il tecnico Gilardino che ha voluto escludere anche che la testa dei suoi fosse già sul derby. «Siamo professionisti e dopo quell’episodio bisognava subito essere concentrati sulla partita. Abbiamo provato a cambiare qualcosa, ma non è stata una questione tattica, quanto mentale e di atteggiamento. Testa al derby? Lo escludo».

Un Genoa che dopo un primo tempo comunque equilibrato ma le cui due uniche occasioni sarebbero state due rigori netti non assegnati per due fuorigioco nell’arco delle azioni, nella ripresa ha fatto anche meno con una mischia senza fortuna e una conclusione deviata in angolo da un difensore di Ekhator nel finale. Tutto qua, realmente tutto qua. «Il primo tempo è stato equilibrato – ha spiegato Gilardino – nel secondo dopo l’infortunio di Malinovskyi abbiamo abbandonato la gara. Non è stata una questione di disposizione tattica, ma di dinamismo, di rispettare le distanze, di duelli, di aggressività e di contrasti vinti. Da quel momento non eravamo più in campo. E’ totalmente colpa mia, mi assumo le responsabilità».

Prova a togliere pressione ai suoi giocatori ma se errori ci sono stati vanno divisi tra tutti. In campo non scende Gilardino, purtroppo si potrebbe aggiungere, ma fior di professionisti in questa occasione senza idee, con poca concentrazione, senza identità. Proprio quello che aveva faticosamente ottenuto lavorando in tutti questi mesi l’allenatore. «C’è da lavorare, da lavorare tanto. E da capire a che punto siamo di questa stagione e cosa dobbiamo fare in questa stagione. Ora però bisogna ripartire e mantenere la lucidità nelle analisi. Sul giro palla eravamo lenti. Sulle seconde palle arrivavamo spesso in ritardo. Dovevamo fare meglio in ampiezza e nel mettere palle dentro» ha poi spiegato.

A salvarsi ieri veramente in pochi, tra questi Bani, rientrato per la centesima presenza con la maglia del Genoa e Vitinha che ha lottato per tutti, così come Malinovksyi che al momento dell’infortunio stava salvando in difesa. Non è servita a molto invece l’impresa di Gollini che dopo aver neutralizzato una conclusione di Oristanio nel primo tempo, nella ripresa ha respinto un rigore di Pohjanpalo. Mancanza di comunicazione invece per il primo gol dei padroni di casa, quando al cross di Busio proprio il portiere rossoblù e Vasquez non si sono intesi e quello che sembrava un innocuo cross è finito in rete. Mentre il raddoppio è arrivato nel finale per opera del finlandese che non segnava da 7 partite. Per lasciarsi alle spalle questa sconfitta, ma che rappresenta un campanello d’allarme visto che i rossoblù hanno raccolto appena un punto nelle ultime tre giornate con le sconfitte contro Verona e Venezia e il pareggio last minute con la Roma, arriva adesso la partita peggiore: il derby di Coppa Italia, anche se il fatto che si tornerà in campo mercoledì potrebbe essere d’aiuto. «Meno male che giochiamo tra pochi giorni, ora bisogna ricaricare le energie, fare analisi lucidi e attente perché non possiamo essere quelli del secondo tempo di oggi – ha sottolineato Gilardino – dobbiamo fare qualcosa di diverso e di più sia mercoledì che sabato. Quello che si giocherà però è il derby più bello d’Italia, deve essere una bella festa tra le tifoserie, anche per le famiglie».

Alla ripresa degli allenamenti si attendono almeno tre recuperi: Messias, Ankeye e Miretti. Da valutare Ekuban che, sostituito, si è toccato ripetutamente la gamba.

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