LONDRA – La caduta degli dei celesti ora è realtà. Un Manchester City irriconoscibile crolla anche a Liverpool per la sesta sconfitta stagionale di Guardiola nelle ultime sette partite senza vittorie (altro record negativo), ed è la quarta disfatta consecutiva in campionato. Il 2-0 dell’Anfield sta anche stretto Reds, che hanno tirato 18 volte stasera contro le 6 di un disastroso City – e solo due in porta in tutto il match, nei minuti finali. Per esempio, il primo tentativo degli ospiti arriva a cinque minuti dalla fine del primo tempo con un velleitario tocco di punta Rico Lewis.
Liverpool in fuga
Alla fine, il Liverpool vola a 34 punti, +11 sui campioni in carica, trionfatori nelle ultime sette stagioni, 2020 a parte quando la spuntarono proprio i Reds, allora di Jürgen Klopp. Ma la squadra ereditata da Arne Slot, anche senza Gegenpressing, sembra ancora più essenziale e spietata. Dopo esser a punteggio pieno in Champions League, ora le squadre più “vicine” in Premier sono l’Arsenal e il Chelsea, lontane già nove lunghezze dopo 13 partite. Mentre a 11 punti sprofondano il Brighton e proprio il City di Guardiola, che nel frattempo rischia anche di uscire dalla Champions.
Almeno nel Manchester è tornato Ruben Dias, regista vitale della difesa. Ma la squadra, senza Rodri fino a fine stagione e De Bruyne sempre più part-time, continua a essere in bambola e inanellare errori clamorosi in disimpegno, di scarsa concentrazione ma soprattutto di scarsa fiducia.
Assist di salah e gol di Gapko
La partita non ha storia. Il Liverpool, con Chiesa ancora fuori per l’ennesima settimana, la sblocca già al 12’ con il tocco sotto porta dell’olandese Gapko, dopo la solita azione devastante sulla destra di Salah, cui il club ancora esita – incredibilmente – a rinnovargli il contratto. I Reds, autori di un primo tempo quasi perfetto, potrebbero raddoppiare ma Van Dijk manca il gol due volte su calcio piazzato e i tentativi da fuori di Szoboszlai e Alexander Arnold mancano di poco il bersaglio.
Manchester mai in partita
Il City è frustrato, nervoso, accumula cartellini gialli per fermare i Reds in contropiede. Matheus Nunes e Rico Lewis inesistenti sulle fasce, Haaland abbandonato al suo destino, Foden e Gundogan sempre presi in mezzo a centrocampo. Guardiola stavolta non si autoflagella il volto, ma la sua squadra resta un pianto rispetto alla corazzata sinfonica ammirata fino all’anno scorso.
Salah chiude il conto su rigore
Nella ripresa lo spartito non cambia. Il City non riesce a tirare in porta fino ai minuti finali, mentre il Liverpool controlla agevolmente il match e raddoppia con Salah, su rigore, dopo l’ennesimo errore difensivo del City, stavolta persino di uno come Ruben Dias. Salah firma la sua 11esima rete in campionato e chiude definitivamente la partita. La beffa finale è un errore nella sua metà campo di un monumentale Van Dijk che lancia De Bruyne verso Kelleher ma il belga tira addosso al portiere di riserva del Liverpool.
L’abbraccio di Guardiola ai giocatori
Alla conferenza di vigilia Guardiola aveva detto che i suoi giocatori avevano bisogno di “un abbraccio” dopo le sberle prese nelle ultime settimane. Al fischio finale, il catalano va a consolare e confortare tutti i suoi, uno a uno. E fa il giro dello stadio per applaudire i tifosi del City ma anche quelli del Liverpool, complimentandosi platealmente per la prestazione dei Reds. Se non è un cambio della guardia questo.