MILANO — Un dirigente nerazzurro degli anni di Moratti di Ranieri dice che all’Inter piaceva a tutti, tranne che alla classifica. Lo amavano i giocatori, i magazzinieri, persino il venditore di bandiere nel parcheggio. Ma otto partite di fila senza vittorie a Milano sono troppe per chiunque, e così, dopo una sconfitta contro la Juventus, gli venne dato il benservito. Era il marzo 2012, sor Claudio non era ancora Sir, anche se aveva già quasi 61 anni. Torna oggi a San Siro, dove da allenatore della Roma contro l’Inter non ha mai vinto, per chiudere conti aperti una vita fa. Di fronte si troverà Simone Inzaghi — ex laziale e per questo avversario due volte — che di anni ne ha 49. Anagraficamente potrebbe essere suo figlio. E per certi versi gli somiglia. Anche lui alla Pinetina piace a tutti. Classifica compresa. Ma il momento è delicato e lo sa. Dopo le sconfitte col Bologna in campionato e col Milan in Coppa Italia, ha messo in cerchio i giocatori sul prato di Appiano Gentile, per ricordare loro due cose. La prima: siete forti. La seconda: sbagliare adesso proprio non si può.
Inter e Napoli, testa a testa scudetto
Rileggendo la sua avventura in nerazzurro, dieci anni dopo l’esonero, Ranieri disse: «Senza Thiago Motta, che ci lasciò a gennaio, la squadra rimase un orologio a pendolo senza pendolo». Oggi il pendolo dell’Inter si chiama Hakan Çalhanoglu e sarà in campo per provare a vincere, e garantirsi così la certezza di non essere superati dal Napoli, che è a pari punti e questa sera al Maradona sfiderà il Torino. Un sorpasso della squadra di Antonio Conte potrebbe innescare un domino pericoloso. Soprattutto perché già mercoledì i nerazzurri saranno a Barcellona per l’andata della semifinale di Champions. Come nel 2010, quando al posto degli azzurri la rivale in serie A era la Roma di Ranieri, che dopo un girone di ritorno strepitoso, il 25 aprile perse in casa per 2-1 con la Sampdoria perdendo il treno.
Roma, rimonta da Europa
Lo slogan allora a Trigoria era «non succede, ma se succede…» e non successe. Nell’emozionante corsa all’Europa di quest’anno, di slogan non ce ne sono. Ma i numeri sono lì da leggere. La Roma ha portato a casa 41 degli ultimi 51 punti a disposizione, e nel 2025 non ha mai perso. Un passo che in serie A non ha nessuno, e che ha permesso alla partita di oggi di essere considerata quasi uno scontro diretto. Non una buona notizia, su entrambi i fronti. Delle big, l’Inter ha battuto solo l’Atalanta. La Roma, derby d’andata a parte, non ha vinto contro nessuna delle prime nove in classifica.
Le formazioni di Inter-Roma
Sarebbe bello immaginare che oggi vincerà chi avrà più coraggio, ma nei finali di stagione raramente funziona così. Anche perché i due allenatori hanno grane da gestire. Inzaghi non potrà contare su Bastoni e Mkhitaryan, squalificati e sostituiti da Augusto e Frattesi. Ma il vero guaio è in attacco, dove al fianco di Lautaro non ci sarà Thuram. Alla Pinetina si fa di tutto per portarlo fra due giorni in Catalogna, ma intanto questa sera dovrebbe giocare Arnautovic. L’attacco è un tasto dolente anche per Ranieri, a cui più che i giocatori mancano i gol. In assenza del lungodegente Dybala, l’alternanza fra Shomurodov e Dobvyk non porta reti e il reparto è retto dal supplente Soulé. Ma non basta. I giallorossi non fanno due gol nella stessa partita di campionato dal 2 marzo scorso, in casa contro il Como. Ci riuscissero oggi, per Claudio sarebbe l’ennesimo cerchio che si chiude, in una carriera di tante luci. Fra le meno luminose, proprio quelle di San Siro.