MILANO — Deluso, frustrato. Aggrappato al lavoro e a quella passione che lo spinge a guardare il bicchiere mezzo pieno, anche con la barca ormai alla deriva. Sergio Conceiçao si sente ancora il comandante del Milan, nonostante stia navigando in un mare in tempesta. La notte buia del Dall’Ara ha messo in ginocchio il Diavolo, ottavo in classifica a otto punti dalla Juventus quarta: la qualificazione alla Champions è un miraggio, intanto all’interno del club la tensione sale. La squadra è rientrata nella notte da Bologna, si è allenata al mattino di venerdì prima del rompete le righe. Per tutti, tranne che per l’allenatore, rimasto fino alla sera a guardare video sulla Lazio, per preparare al meglio la partita di domani. Senza la società. Ieri i dirigenti non sono stati al suo fianco a Milanello, così come hanno preferito non parlare dopo la sconfitta contro la squadra di Italiano. Un confronto tra il tecnico e il dt Moncada c’è stato a caldo, negli spogliatoi. Poi basta, la faccia ce l’ha dovuta mettere il portoghese, solo uno dei responsabili dell’abisso rossonero.
Via il capo della comunicazione
La governabilità del club è sempre più complessa. Anche all’interno si respirano correnti divergenti e a farne le spese è il capo della comunicazione Pier Donato Vercellone. Un professionista di alto profilo sollevato dall’incarico, un tassello del puzzle che si stacca: non l’ultimo. La sensazione è che anche Ibrahimovic sia stufo di fare da parafulmine insieme a Conceiçao. In tal senso la ricerca di un nuovo direttore sportivo è centrale nella riorganizzazione dirigenziale. Andrea Berta era pronto a dire sì al Milan, il suo nome aveva anche il placet di Zlatan, ma al momento del dunque si è deciso di aspettare. Così ha riguadagnato spazio il profilo di Fabio Paratici. Una scelta andrà fatta in tempi rapidi, per permettere al direttore designato di programmare la prossima stagione.
La sconfitta di Bologna
Quando difficilmente vedremo Conceiçao sulla panchina. Lo sfogo di Bologna racconta lo stato d’animo dell’allenatore: arrabbiato per le decisioni dell’arbitro Mariani sui gol dei rossoblù, decisamente poco contento degli errori individuali dei suoi (la marcatura leggera di Pavlovic su Ndoye, per esempio) che stanno penalizzando la squadra, infastidito per le critiche e le parole anche di alcuni colleghi (il riferimento è a Sarri) che oramai sono entrate in casa. Il tecnico oggi non riesce a separare il lavoro e la famiglia, una situazione che gli pesa molto. La società ha ribadito di aver fiducia in lui, ma in caso di crollo contro la Lazio nessuno scenario è da escludere.
La gara contro la Lazio
Una partita che si preannuncia complicata sia per il valore della squadra di Baroni sia per l’atmosfera attesa a San Siro. I tifosi sono esasperati e ieri lo hanno scritto in due striscioni identici a Casa Milan e Milanello: “Andatevene tutti, indegni”. Domenica la contestazione proseguirà allo stadio: solo una vittoria potrebbe consentire di alimentare ancora le flebili speranze di quarto posto. Altrimenti il derby con l’Inter in semifinale di Coppa Italia sarà davvero l’ultima spiaggia.