“Deve continuare a lavorare con ambizione perché può diventare molto forte nel panorama europeo e mondiale. A me ricorda il primo Henry, che partiva largo a sinistra e si accentrava. Deve lavorare sulla sua testa per essere ambizioso, per arrivare sul tetto del mondo”.
Con queste parole, pronunciate nella conferenza stampa alla vigilia di Venezia-Milan, Stefano Pioli illustrava al mondo il suo pensiero su Rafael Leão, sempre più certezza e sempre meno oggetto misterioso della rosa rossonera.
La crescita esponenziale del portoghese rispetto al passato è sotto gli occhi di tutti: la rete fortunosa, utile per spegnere la resistenza del Genoa in Coppa Italia, gli ha permesso di giungere a quota sette reti in tutte le competizioni, tante quante ne aveva realizzate in tutta la passata stagione.
Miglioramenti evidenti sul piano realizzativo, a cui si aggiunge una confidenza estrema nei propri mezzi, accresciuta dalle parole di stima raccolte tra gli addetti ai lavori: una fiducia in se stesso che ha permesso a Leão di strappare paragoni pesanti e, come spesso accade, anche divisivi.
L’ex Lille sembra aver risolto anche un altro dei suoi difetti, ovvero la continuità nelle prestazioni che ora raccontano di un giocatore in grado di spaccare in due le partite quando viene chiamato in causa, che sia dal primo minuto o a gara in corso.
Nonostante il contratto in essere scada nel 2024, il Milan non può non iniziare a pensare ad un rinnovo per gratificare (economicamente e sportivamente) un giocatore destinato a fare la voce grossa nel calciomercato dei prossimi anni.
“Il rinnovo? Non lo so – ha dichiarato Leão ai microfoni di ‘Mediaset’ subito dopo Milan-Genoa -, non ci penso. A Milano e al Milan sta bene, qui sono felice. E’ ancora presto, vedremo più in là”.
Parole da interpretare secondo una chiave positiva per i tifosi del Milan, che in Leão vedono il nuovo crack del calcio europeo: un diamante finalmente non più grezzo dal valore inestimabile.