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Il mondo di Bonny: la musica, la fede, quel consiglio di Lautaro e l’Inter nel destino

Ritratto del 21enne francese che alla prima da titolare contro la Cremonese ha segnato un gol e servito tre assist

MILANO – Per caricarsi, Ange-Yoan Bonny ascolta Everything in Its Right Place dei Radiohead. La canzone, che segna il passaggio della band di Thom Yorke dal rock alternativo all’elettronica, è uscita nel 2000, tre anni prima che il ragazzo di Aubervilliers, sobborgo popolare di Parigi, nascesse. Nulla di strano, se si considera che fra i suoi gusti musicali rientrano anche il jazz, il soul e Ornella Vanoni, che gli ricorda le chanteuses ascoltate da sua madre quando era piccolo.

Angelico e riservato

Bonny, il ragazzo da un gol e tre assist all’esordio da titolare nell’Inter di Chivu, si definisce “riservato e legato alla famiglia”. Oltre ad ascoltare musica, nel tempo libero ama giocare alla PlayStation e guardare serie TV. Di origini ivoriane, molto religioso, a Parma veniva chiamato dai compagni “Angelo”, traduzione italiana del suo nome. E gli faceva piacere, anche se con l’italiano è ancora in pieno apprendistato. Dopo aver partecipato a tutte e quattro le reti interiste contro la Cremonese, ha dichiarato: “È bello vincere, se posso aiutare la squadra. Chivu mi dà fiducia ogni giorno, so che mi darà chance e andiamo avanti così”.

Il destino in un regalo d’infanzia

Delle sue prime interviste da giocatore del Parma stupiva l’umiltà ascetica: “Fare i calciatori non ci rende superiori”. Parole sorprendenti in bocca a un diciannovenne. Oggi che ne ha 21, Bonny si gode il momento. Ex judoka, appassionato di basket e padel, non ha mai avuto dubbi: il suo sogno era diventare calciatore. Bambino iperattivo – come il suo compagno Dumfries – già a cinque anni passava ore a rincorrere il pallone. Fra i primi regali che ricorda, una maglia dell’Inter: un talismano. Dopo la firma con i nerazzurri, ha pubblicato una foto da bambino con quella divisa e la didascalia “era destino”.

Su e giù per la Francia

La famiglia Bonny si è spostata spesso negli anni, e la formazione calcistica di Ange-Yoan è stata itinerante: La Rochelle Villeneuve, FC Périgny, Chambray, Tours FC, fino all’approdo alle giovanili del Châteauroux nel 2019, dove la sua crescita accelera. Il 31 ottobre 2020 debutta in Ligue 2 contro il Nancy, appena diciassettenne. Segna il suo primo gol tra i professionisti contro il Rodez e conquista le prime convocazioni nelle nazionali giovanili francesi. Da Clairefontaine, centro tecnico federale, comincia a farsi conoscere anche a livello internazionale.

Parma, la svolta italiana

Il Parma lo acquista a titolo definitivo il 31 agosto 2021. A neanche 18 anni lascia la Francia e si trasferisce in Italia, pronto a mettersi alla prova. La prima stagione è di adattamento: gioca tra Primavera e prima squadra, studia l’italiano e si abitua alla fisicità della Serie B. Il 12 dicembre 2022 arriva il primo gol in maglia gialloblù, a Brescia. Nel 2023/24, sotto Fabio Pecchia e poi Cristian Chivu, il Parma domina la B e torna in Serie A. Bonny segna 5 reti e serve 6 assist, contribuendo alla promozione. Nel 2024 debutta in Serie A: “Man of the Match” alla prima contro la Fiorentina e autore del primo gol nel massimo campionato contro il Napoli. Chiude la stagione con 37 presenze e 6 reti.

L’uomo di Chivu

Nell’estate 2025, quando Chivu passa sulla panchina dell’Inter, è chiaro con i dirigenti nerazzurri: da Parma vuole portarsi un giocatore, e uno soltanto. Bonny. Il club lo accontenta, per 23 milioni più bonus. “Se sono qua è merito suo”, dice del tecnico il nuovo arrivato Ange-Yoan, ventiseiesimo francese nella storia interista. Il 25 agosto 2025 debutta a San Siro contro il Torino: entra al 67’ e segna dopo pochi minuti, nel 5-0 finale. Alto 1,89, potente e veloce, Bonny è un centravanti moderno, perfetta alternativa al connazionale Marcus Thuram. Ama muoversi su tutto il fronte offensivo, aprendo spazi e dialogando con i compagni. “Mi considero un regista offensivo”, diceva già da ragazzo. I suoi idoli sono i due Ronaldo – il Fenomeno e CR7 – e i suoi mentori, Lautaro e Thuram, gli hanno dato un consiglio semplice: “Divertiti e cerca la porta”. E lui non si è fatto pregare.

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