NAPOLI – Tre parole, ma suffragate da 60 punti in classifica e soprattutto da una quantità extra large di fatti. “Fidatevi di me”. Antonio Conte ha rotto gli indugi a 10 giornate dalla fine del campionato, con il duplice intento di massimizzare la compattezza dell’ambiente intorno al Napoli e anche di togliersi dalle scarpe qualche sassolino, dopo aver tollerato per 7 mesi delle critiche a suo giudizio infondate e che il tecnico leccese non si aspettava probabilmente nemmeno di ricevere.
Sulla panchina azzurra l’ex ct della Nazionale era arrivato infatti con la difficile missione di rimettere in linea di galleggiamento una nave affondata e invece ha dovuto convivere spesso con un clima di inopinato scetticismo, che si è appoggiato di volta in volta su diverse e sovente strumentali motivazioni. Dalla qualità del gioco degli azzurri alla scelta del modulo, dall’acquisto caldeggiato di Romelu Lukaku alla carenza di incisività della squadra in zona gol.
La classifica, Napoli a -1 dall’Inter capolista
Parva materia in tutti i casi, però, classifica alla mano. Il secondo posto a -1 dall’Inter all’inizio della stagione era impensabile e adesso basta e avanza per zittire gli irriducibili denigratori del tecnico pugliese, che è sempre andato avanti per la sua strada e si è guadagnato sul campo il diritto di competere fino alla fine per lo scudetto: pretendendo, tuttavia, che per nessuno si possa confondere con un obbligo.
Le difficoltà incontrate dal Napoli
Per questo Conte ha messo le carte in tavola dopo la vittoria con la Fiorentina: chiedendo all’ambiente di essere ancora più unito. La stragrande maggioranza dei tifosi sono con lui (“Il Maradona mi ha emozionato, mai così tanto durante la mia carriera”) e la consapevolezza di avere un popolo intero alle spalle può diventare per il Napoli l’arma in più, nel serrato sprint a tre per il primato. Ma il tecnico leccese sa che la lotta contro Inter e Atalanta rimane impari (“Loro hanno organici costruiti per l’Europa, noi invece no”) e non vuole più sentire voci fuori dal coro: potenzialmente nocive per morale e autostima del suo gruppo. “Stiamo facendo qualcosa di veramente straordinario e non era così scontato, con tutti gli infortuni che abbiamo avuto e la cessione a gennaio del giocatore più forte che avevamo. Ogni volta troviamo la pezza giusta per risolvere i problemi, altrimenti non potremmo essere lassù”.
I gol di Lukaku, i cambi di modulo
Altro che sostegno a scatola chiusa, insomma. Conte è convinto di essersi guadagnato un credito plebiscitario sul campo e ora pretende di riscuoterlo. “Fidatevi di me”. Su Lukaku ha avuto ragione lui: 10 gol e 8 assist per Big Rom. Idem per gli acquisti di Neres, McTominay e Gilmour, che è esploso nelle ultime gare e non fa sentire la grave assenza di Anguissa. Idem per i continui cambi di modulo: dal 3-4-2-1 iniziale al 3-5-2 attuale, passando per il 4-3-3 e il 4-2-4. Il Napoli ha imparato a giocare in tanti modi diversi e paga il grande lavoro fatto dal tecnico con il suo staff, capitanato da Lele Oriali. Gli azzurri non hanno sbagliato una mossa e sono stati più forti degli errori gravi commessi dalla società nel mercato di gennaio. Un autogol che poteva essere pagato con l’addio al sogno scudetto.
Conte in visita alla Reggia di Caserta
Il Napoli invece è ancora lì e Conte sa come restarci: in primis compattando a modo suo l’ambiente. Il tecnico ha fatto visita in mattinata anche alla Reggia di Caserta, dopo essere stato la scorsa settimana al Teatro San Carlo e nella zona popolare di Scampia. “Questa è una città straordinaria e mi entusiasma viverla, anche fuori dal campo”. Nulla a che vedere con la vita da eremita fatta da Luciano Spalletti nella stagione del quarto scudetto. Antonio non si isola, chiama a raccolta tutto il suo popolo. “Ora fidatevi di me”. Il sogno tricolore condensato in uno slogan.