Lo scatto in testa alla classifica, i 50mila si augurano sia quello dello scudetto. Perché il Napoli batte il Torino al Maradona e ritorna da solo in vetta dopo la sconfitta dell’Inter contro la Roma. Lo canta pure il Maradona in una serata dolcissima: “La capolista se ne va”.
La copertina è tutta per il campione venuto dalla Scozia, Scott McTominay. Conquista Fuorigrotta con un’altra doppietta d’autore dopo quella rifilata all’Empoli. I numeri sono da fuoriclasse: cinque gol nelle ultime tre partite, dieci in tutto il campionato, ma soprattutto la sensazione di essere dominante. È il fattore di un Napoli per nulla intimorito dall’obbligo di vincere a tutti i costi. L’approccio è quello giusto, lo stesso del suo allenatore. Antonio Conte si esalta nei duelli ravvicinati e adesso il Napoli sogna concretamente lo scudetto.
L’unico rovescio della medaglia riguarda Anguissa e Buongiorno: escono entrambi acciaccati e l’allenatore azzurro spera di non doverli perdere ancora. Ma questa squadra ha il carattere di Conte e va avanti pure se incerottata. È un Napoli rivoluzionato. Antonio Conte è alle prese nell’immediata vigilia con l’attacco febbrile di Raspadori. Jack recupera, ma va in panchina. Tocca a Buongiorno, dunque, accelerare e indossare la maglia da titolare accanto a Rrahmani. Olivera va sulla fascia sinistra e Spinazzola ritorna nel tridente offensivo, proprio come a Monza. Il Napoli non accusa la pressione: gli azzurri hanno gli occhi della tigre. Uno scatto di Lukaku al calcio d’inizio è il segnale giusto. Gli azzurri vogliono rompere subito l’equilibrio contro un Toro muscolare (Vanoli preferisce in extremis Tameze a Ricci). Il manifesto programmatico lo concretizza McTominay dopo appena sette minuti: l’assist di Anguissa è preciso, la conclusione dello scozzese pure. Il Maradona esplode di gioia e il Napoli comincia a controllare il match con la qualità di super Lobotka. Linetty gli concede spazio e il regista azzurro se lo prende tutto ricamando trame di gioco precise ed efficaci. Il Toro ha due fiammate: Che Adams ed Elmas provano ad impensierire Meret, ma non sono precisi. Vanoli chiede ai suoi di alzare il baricentro.
Il Napoli gioca in scioltezza, abbassa il ritmo quando serve e poi colpisce poco prima dell’intervallo. La firma è sempre quella di Scott, stavolta servito da Politano e i 50mila del Maradona esplodono per la prodezza del campione venuto dalla Scozia. Il 2-0 è un’iniezione di grande consapevolezza per un Napoli che chiude il primo tempo senza concedere nulla ad un Torino volenteroso ma poco pericoloso. La ripresa si apre con un copione leggermente diverso anche se prevedibile. Il Toro deve scuotersi. Vanoli sceglie la qualità di Ilic al posto di Tameze per un approccio diverso. I granata provano a fare maggiore possesso palla contro un Napoli che difende con grande determinazione per poi sfruttare gli spazi. Ma è soltanto un sussulto: dopo dieci minuti, Lobotka ritorna padrone della scena. Conte perde Anguissa (colpito duro da Ilic) e inserisce Billing che fa subito sentire la sua fisicità. Sfiora il tris al 16’: il cross di Spinazzola è perfetto, il danese di testa colpisce la traversa. Il Napoli perde pure Buongiorno per infortunio e Conte inserisce Rafa Marin accanto a Rrahmani. Nel finale esce esausto pure Lobotka. Il controllo è totale. I 50mila esplodono per la vittoria: “E se ne va, la capolista se ne va”.