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Il Napoli soffre, poi entra De Bruyne e dà la scossa: 2-1 al Genoa

Segna Ekhator nel primo tempo, nella ripresa l’ingresso del belga muta anche l’atteggiamento della squadra: pareggia Anguissa, sorpassa Hojlund

Napoli – Vittoria in rimonta (2-1) al Maradona per il Napoli, che ha reagito al vantaggio firmato nel primo tempo per il Genoa da Ekhator con le due reti nella ripresa di Anguissa e del solito Hojlund. Missione compiuta per gli azzurri, bravi a non pagare dazio a un avvio di gara disinvolto e alle fatiche della Champions. Antonio Conte arriva in vetta alla sosta e s’è potuto concedere pure il lusso di un po’ di turn over, aspettando i recuperi in difesa di Rrahmani e Buongiorno. Poca da recriminare per Patrick Vieira, perché stavolta la sua squadra ha fatto il massimo e si è arresa solo a un avversario più forte.

«La cronaca della gara»

Conte torna al tridente offensivo

Ritorno al modulo 4-3-3 e partenza dalla panchina per De Bruyne, sempre titolare nelle precedenti sette gare ufficiali giocate dal Napoli in questo avvio di stagione. C’era da fare i conti con le fatiche del turno infrasettimanale di Champions e Conte contro il Genoa ha mischiato le carte con un po’ di turn over, dando spazio anche al rientrante capitano Di Lorenzo e a Olivera in difesa. Ma le due novità più intriganti per i 50 mila del Maradona sono stati il rilancio del modulo tattico dello scudetto e la promozione tra i titolari del brasiliano Neres, inserito nel tridente accanto a Hojlund e Politano. Grande densità a centrocampo invece per Vieira, che ha lasciato da solo in attacco Ekhator e ha chiesto ai suoi giocatori di alzare coraggiosamente il pressing, per sporcare il palleggio degli azzurri e rallentarne il ritmo. Il piano ha funzionato e i campioni d’Italia sono riusciti a rendersi pericolosi solo in un paio di occasioni: prima grazie a un rimpallo tra Marcandalli e Hojlund (7′, pallone di poco a lato) e poi con un cross radente dalla sinistra di Neres, su cui sono arrivati in ritardo di un soffio McTominay e soprattutto Politano (11′). Due lampi rimasti nel buio.

Conte parte senza De Bruyne…

Il Napoli infatti ha continuato infatti a mantenere una sterile supremazia territoriale ed è riuscito solo di rado a raggiungere Hojlund, costretto peraltro a giocare con le spalle alla porta e spesso lontano dall’area. Evidenti le difficoltà da parte degli azzurri, che hanno dato la sensazione di pagare le fatiche della Champions e di non avere la necessaria brillantezza. Il Genoa ha invece preso confidenza con la partita e al primo tentativo ha addirittura trovato il sistema per colpire: percussione sulla destra di Norton-Cuffy e cross basso per Ekhator, che ha spedito il pallone in rete di tacco (34′). Poi a gelare Conte è arrivato pure l’infortunio di Lobotka, costretto a lasciare il suo posto a Gilmour prima dell’intervallo. Il pit-stop di un quarto d’ora è arrivato quindi al momento giusto per scuotere dal loro torpore i campioni d’Italia e anche per rianimare il Maradona, che in avvio di ripresa ha avuto un sussulto sulla chance per il pareggio mancata da McTominay, con un tocco a lato sotto misura.

…Ma quando il belga entra cambia tutto

La inevitabile sfuriata di Conte negli spogliatoi ha subito rianimato il Napoli, che dopo pochi minuti è ritornato al modulo 4-1-4-1 con gli ingressi di Spinazzola e De Bruyne, schierato da secondo play per evitare il pressing del Genoa. Ma è stato un lancio di oltre 50 metri di Milinkovic-Savic a far saltare il bunker elastico di Vieira: cross di Spinazzola, salvataggio di Vasquez e tap-in vincente di testa di Anguissa (12′ st). Bolgia al Maradona, azzurri avanti a testa bassa e Spinazzola vicino quasi subito pure al raddoppio: salvataggio di Sabelli. Poi ci ha provato in mischia anche Di Lorenzo, parata di Leali (20′). Vieira è corso ai ripari a sua volta con i cambi ed è riuscito a dare un po’ di respiro ai suoi giocatori, che però sono finito lo stesso ko sulla successiva ondata dei campioni d’Italia. Di Lorenzo ha colpito il palo (29′) di testa, su angolo di De Bruyne. Non ha invece perdonato alla mezzora Hojlund, firmando il raddoppio dopo la disperata respinta di Leali su Anguissa e completando la rimonta. Gara finita qui, col brivido nel recupero per l’ennesima parata di Leali sul neo entrato Lucca. La terza vittoria in campionato a Fuorigrotta vale il primato.

Napoli-Genoa 2-1 (0-1).

Napoli (4-3-3): Milinkovic-Savic 6.5 – Di Lorenzo 6.5, Beukema 5.5, Juan Jesus 6.5, Olivera 5 (5′ st Spinazzola 6.5) – Anguissa 7, Lobotka 6 (44′ pt Gilmour 6.5), McTominay 5 – Politano 6 (5′ st De Bruyne 7), Hojlund 7.5 (37′ st Lucca sv), Neres 5 (37′ st Gutierrez sv). All. Conte 7.

Genoa (4-2-3-1): Leali 7 – Sabelli 6 (31′ st Carboni sv), Vasquez 6, Marcandalli 6 (1′ st Otoa 6), Ellertsson 6 – Masini 6, Frendrup 6.5 – Norton Cuffy 7, Malinovskyi 5.5(16′ st Thorsby 6), Vitinha 6 (31′ st Colombo sv) – Ekhator 7 (16′ st Ekuban 7). All. Vieira 6.5

Arbitro: La Penna 6

Note: amm. Marcandalli, Malinovskyi, Neres e Otoa. Spettatori 50 mila circa.

Reti: nel pt 33′ Ekhator; nel st 12′ Anguissa, 29′ Hojlund.

Angoli: 6 a 5 per il Napoli.

Recupero: 2′ e 4′.

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