COLONIA — A spasso in riva al Reno. Il premio per la storica qualificazione della Slovacchia agli ottavi di finale è stato un’intera giornata libera, in cui Lobotka e compagni hanno potuto lasciare il quartier generale di Mainz in compagnia dei loro familiari, arrivati in Germania dopo il brillante epilogo della fase a gironi. Morale molto alto soprattutto per il regista del Napoli, che è stato premiato come Man of the match in due partite su tre: nel debutto contro il Belgio e poi nella sfida decisiva per il passaggio del turno con la Romania. Antonio Conte l’ha già indicato tra gli incedibili e l’aspetta a braccia aperte, dopo aver chiesto ad Aurelio De Laurentiis di respingere al mittente le tante offerte arrivate per il centrocampista azzurro, in primis quella del Barcellona. Si deciderà invece nelle prossime settimane il futuro di Francesco Calzona, che sta portando avanti nel modo migliore il difficilissimo mandato ricevuto dalla federazione di Bratislava e si è tolto nel ruolo di ct la più grande soddisfazione professionale della sua carriera. Ma l’appetito vien mangiando e dietro l’angolo per il tecnico calabrese incombe adesso la partita dei sogni: il faccia a faccia valido per l’approdo ai quarti contro l’Inghilterra, in programma domenica (ore 18) alla Auf Schalke Arena di Gelsenkirchen. “Eravamo partiti come la Cenerentola della manifestazione e strada facendo ci siamo guadagnati con merito questa chance, che proveremo a giocarci a testa alta e come sempre moltiplicando le nostre forze. I miei calciatori sono stati straordinari per impegno, concentrazione e spirito di gruppo: 26 soldati, al servizio della nazionale. Abbiamo un organico che vale complessivamente 150 milioni: la metà per rendere l’idea della quotazione del cartellino di Bellingham. Eppure siamo arrivati fin qui e non ci poniamo più limiti”.
Il ruolo di Marek Hamsik
Calzona ha al suo fianco Marek Hamsik, che sta studiando da allenatore e si è iscritto al prossimo corso di Coverciano in programma a settembre. Il rapporto tra i due è straordinario e nei pensieri di entrambi c’è il passaggio di testimone, appena l’ex capitano del Napoli si sentirà pronto per gestire in prima persona la panchina della Slovacchia. All’attuale ct inizia invece a pesare la lontananza dalla famiglia — nonostante la fedeltà e la riconoscenza per la federazione di Bratislava (“Con loro ho un feeling molto speciale, decideremo insieme ogni mossa per il futuro”) — e l’orizzonte massimo che si è dato il tecnico calabrese prima di ritornare in Italia sono le qualificazioni per il prossimo Mondiale. “Non guardo troppo avanti, di sicuro non farò questo mestiere fino a 70 anni…”. Mai dire mai, però. Ciccio da Vibo Valentia ha infatti un inconfessabile sogno nel cassetto che — se si realizzasse — avrebbe il potere di stravolgere in un istante tutti i suoi attuali progetti: la chiamata di un club della Premier League, a cui sarebbe giocoforza impossibile resistere. Per questo la super sfida alle porte contro l’Inghilterra vale doppio: per la storia e pure come vetrina personale.
Il gran salto di Calzona
La vita (professionale) di Calzona è ricominciata a 55 anni e dopo tante stagioni da gregario di lusso — soprattutto come vice di Maurizio Sarri e di Luciano Spalletti — il ct meno gettonato tra i cinque italiani presenti in Germania ha compiuto sulla panchina della Slovacchia il gran salto, dimostrando di saperci fare benissimo anche da solo. Già la qualificazione per la fase finale era stato un gigantesco esame superato e adesso dopo l’accesso agli ottavi manca solamente la tesi di laurea, contro l’Inghilterra. Cenerentola si è imbucata al ballo e sogna a Gelsenkirchen una notte da guastafeste, sapendo che buttare fuori Bellingham & C. sarebbe l’equivalente di una favola, con vista per il non più sconosciuto allenatore calabrese sulla Premier League. Non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni, soprattutto per chi è partito con una lunga scalata dalla gavetta di Vibo Valentia. Il palcoscenico è pronto e crederci non costa nulla. Never say never.