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Il ruolo di Fagioli e Tonali nelle scommesse illegali: “Se lo convinci hai il 10%”

Per ripagare le perdite coinvolgevano compagni da spennare. Il sospetto di Perin e la chat WhatsApp per il “Poker senza Zaniolo”

Zaniolo? «Stagli vicino, che se lo catturo bene bene come cliente chiaramente poi ti faccio un bel regalo». Quanto? «Il 10 per cento». E ancora: «L’ideale sta settimana è devastarlo». Bellanova? «Ha preso 2-3 sberle di fila». McKennie? «Il buon Weston. .. ma perché non me lo fai prendere agli altri giochi. .. che sei lì che dormi». Il terzino dell’Atalanta, Raoul Bellanova, alle tre del mattino compulsa schede sull’Nba e gioca 20 mila euro su una partita di tennis di Martina Trevisan. E ancora le poker room virtuali dove si giocavano ogni sera decine di migliaia di euro. Anche durante i ritiri della Nazionale, in cui molti di loro erano convocati. Gli atti della procura di Milano sulle scommesse illegali raccontano molto di più di una banda di ragazzi ludopatici che spendevano milioni di euro su siti di scommesse clandestine. È uno spaccato impietoso di un mondo, quello del calcio, sempre più allergico alle regole.

Le poker room

Per dire: ore 2 e 16 del mattino del 14 gennaio 2023. La Juve ha appena preso 5 gol dal Napoli e Leandro Paredes che ha giocato nel secondo tempo della partita si siede a un tavolo di poker. Virtuale. È la sua prima volta. Lo presenta il compagno di squadra Perin: «C’è un nuovo giocatore: Leandro Paredes. Diciamo che ha già vinto tanto sportivamente parlando… Quindi può perdere a poker». Tutti che ridono. I tavoli virtuali di poker sono un’abitudine per quel pezzo di serie A. Sul tavolo girano piatti da centinaia di migliaia di euro. Gli habitué sono Tonali, Fagioli, Perin, McKennie, Ricci e Zaniolo. Che però è considerato un pessimo giocatore, tanto che a sua insaputa creano un altro gruppo. «Poker senza Zaniolo».

Il 10 per cento

Il protagonista della storia è, però, il centrocampista juventino Fagioli. Parla di Zaniolo con il suo amico allibratore, De Giacomo: «Insegnagli la vita: stagli vicino che se lo catturo bene bene bene come cliente chiaramente poi ti faccio il regalo a te. Dai scrivigli tu». «Lo sto facendo» risponde Fagioli. «Vedi di lavorare, l’ideale era devastarlo sta settimana». «Fallo uscire di più» risponde Fagioli. «Tanto sono soldi che prenderai sicuro». Fagioli — inseguito dai debiti — cerca più clienti possibili. Dice per esempio di aver portato i compagni nella Juve Pinsoglio e Gatti che, però, avrebbero scommesso poco. «Mille euro in due mesi (…) Ti devi svegliare» lo rimprovera De Giacomo.

Il sospetto di Perin

Fagioli si attiva anche per fare in modo che i giocatori reclutati non cambino piattaforme ma restino nel giro di De Giacomo. In una chat di gruppo, però, si parla di cambiare sito per cercarne uno più economico (a livello di commissioni). Il portiere bianconero Perin si attiva per informarsi. E nel gruppo WhatsApp “Poker senza Zaniolo” scrive: «Ora ho chiesto a dove giocavo in lockdown. Dove c’erano Pjanic, Diego Costa, Lamela, Totti, Savic, Ronaldo fenomeno, Izzo e tanti altri. Vediamo se ci trattano meglio» (tutti i giocatori non indagati in questa inchiesta). Fagioli si adopera invece perché il gruppo continui a scommettere con De Giacomo. Perin sospetta a questo punto che Fagioli abbia un interesse: «Non giocano perché non è il sito loro ora scopriamo la polvere sotto il tappeto dai si svelano gli altarini mi puzza ’sta cosa». Tonali si muove, invece, con più discrezione di Fagioli. È lui però a tirare dentro Florenzi (chiamandolo “Italia”) che bonifica centinaia di migliaia di euro e consegna buste con 20 mila euro in contanti.

I tormenti di Zaniolo

Tutti capiscono che, però, le persone che girano attorno sono potenzialmente pericolose. Zaniolo racconta di non aver mai ricevuto «minacce esplicite» per i suoi debiti da parte di De Giacomo, «è accaduto una volta che alla sua richiesta di pagamento entro la domenica ho risposto che non avevo la possibilità e lui si è alterato. Ammetto che ero preoccupato. Sapevo che avevo giocato su piattaforme illecite e dietro potevano esserci persone pericolose». A Tonali la febbre del gioco costa cara. «All’inizio non superavo i 20 mila euro a settimana», poi arriva a 150 mila euro in un mese. «Sono arrivato ad avere un debito di 500 mila euro». Spiega che giocava sulle piattaforme illegali perché garantivano «l’anonimato», non c’erano «limiti» e «concedevano credito».

L’arbitro va nel panico

Pietro Marinoni, 29 anni, lodigiano, arbitro di calcio dilettantistico, sospeso da venerdì, è ritenuto uno dei protagonisti del giro. Tonali dice che è stato lui a iniziarlo alle scommesse. Spesso si occupa di raccogliere i contanti che coprono i debiti, da consegnare a De Giacomo. Gli investigatori annotano sul suo conto un dettaglio: nell’agosto 2022, racconta in una chat di gruppo che dovrà arbitrare la partita tra Aurora Pro Patria e Sassari Torres e chiede le quote delle scommesse, non ancora uscite. Fagioli replica: «Sta’ buono e arbitra bene va». Anche Marinoni è molto preoccupato quando nel 2023 si diffonde la voce che la procura di Roma indaga sul mondo delle scommesse. Lui va nel panico in un’altra chat: «Ma cosa volete da me con ’sta storia». Fagioli: «È colpa tua se c’è sto casino Piè, mettitelo in testa».

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