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Il sogno americano di un nuovo stadio oltre gli acquisti senza limiti del club

Nelle trattative il presidente sta assecondando le richieste di Conte anche nelle cessioni in cambio di vittorie

Non c’è squadra che abbia fatto e speso di più, ma dopo sei acquisti e 120 milioni il Napoli non si ferma. Corre nel suo futuro. Ha bisogno a sinistra di una punta che lo porti dai 59 gol ad almeno 70. L’erede di Kavaraskhelia ancora non si vede. Ma i mercati sono sempre interessanti. Più che leggerli bisogna ascoltarli. Parlano sottovoce. Quello del dell’EuroNapoli svela che succede tra le quinte. Primo: Conte incide sulle cessioni ancora più che sugli acquisti. Secondo: De Laurentiis non discute sulla lista di sbarco, anzi apre la vendita degli elementi inutili. “Fuori tutto”, usa così? La prova è Cyril Ngonge, 25 anni, ex Groningen, acquistato nel gennaio 2024 per 20 milioni dal Verona, piazzato ora al Torino per un milione appena. Prestito con diritto, non obbligo di riscatto per 12. Fu tra i protagonisti in negativo del Napoli nella gestione dell’onesto Francesco Calzona. Quanto sia gradito a Conte, lo certifica la somma dei minuti giocati: 270 in 10 gare. Niente. Né si sa altro suoi stili di vita e impegno, niente si è letto, ma c’è abbastanza per capire: i tagli sono affilati come lame nelle valutazioni di Conte. Chi non lo convince finisce dritto nel discount. La direzione sportiva ha ricavato solo un milione di prestito senza obbligo di riscatto per Lindstrom, Rafa Marin, addirittura 500 mila euro per Folorunsho. Passati a Wolfsburg, al Villareal, a Cagliari. Svalutati o silurati, si capirà meglio osservandoli nei nuovi club. È tuttavia certo che il Napoli non badi ai soldi se Conte ordina di accompagnare alla porta chi non rientra nei limiti del nuovo galateo. Disciplina, impegno, rendimento. Il Napoli non ha atteso un minuto in più per aspettare condizioni migliori e cederli.

La sintonia tra presidente e allenatore conferma il patto di ferro ai vertici. Il Napoli che spende così velocemente 120 milioni (25 Lang, 9 Marianucci, 9 più 26 in due rate Lucca, 21 Milinkovic-Savic secondo portiere, 30 Beukema, solo De Bruyne a costo zero), che è pronto a nuovi acquisti, che cede a prezzi da outlet chi Conte non ritiene indispensabile: ecco, questa è una novità nel calcio italiano afflitto da carenza di liquidità ma anche nel personaggio De Laurentiis. In poco più di vent’anni di presidenza segnata da pittoresca avarizia creativa si rivela immediato come un bancomat a gentile richiesta di Antonio Conte. Qualcosa è cambiato, ma cosa? Si lascia possedere dall’emozione consapevole di vincere, vero. Dopo il quarto scudetto, evita tutti gli errori del terzo, dal culto di se stesso e della sua competenza alla leggerezza di salutare chiunque voglia uscire, neanche una sillaba e sia Giuntoli che Spalletti erano già fuori.

Oggi De Laurentiis e Conte sono saldati l’uno all’altro nell’esercizio dei rispettivi interessi. Nessun club garantisce al tecnico quello che chiede. Nel segno zodiacale del Leone (31 luglio) si sopporta tutto tranne che un rifiuto. Ma quando ottiene tutto, si assume ogni responsabilità. Conte nel Napoli accetta quella di vincere. A De Laurentiis servono proprio le vittorie per il consenso popolare. L’unica strategia da opporre al potere politico, ora che il Comune non accoglie il progetto di uno stadio tutto suo. Ecco perché va alla sfida puntando su un secondo impianto cittadino attraverso la Zes (Zona economica speciale) guidata da Giosi Romano. La Zes riduce nella massima legalità le procedure, la zona indicata dal Napoli prescrive già le volumetrie in area abbandonata accanto al Centro direzionale non distante da nodo ferroviario e aeroporto, un tempo ipotizzata per un nuovo Cis. Un fondo americano americano sarebbe anche pronto a rendere bancabile il progetto. La Zes non è un’autorità amministrativa indipendente per autorizzalo, ma vale la pena di provarci. Per un club che sa già vincere, manca solo il mattone per dargli un valore immobiliare nell’ordine dei miliardi.

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