Il vantaggio del Napoli comincia adesso, e non è soltanto quel punticino di margine su Inter, Juve (e Torino) in attesa che l’Udinese si giochi stasera a Parma la sua chance di primato. Il vantaggio del Napoli comincia adesso perché è da questa settimana che la Champions riempirà di tossine le sue rivali, mentre Conte ha già affisso alla bacheca di Castelvolturno la tabella di lavoro lunedì-domenica. La Juve in panne di Empoli avrebbe bisogno di accelerare con l’esercizio la fusione tattica dei nuovi acquisti, e invece lunedì “scarica” perché martedì affronta il Psv. In vista di Manchester Inzaghi ha praticato il richiesto turnover, ma così facendo ha sottratto anima all’Inter, che a Monza ha giochicchiato a lungo come se il gol dovesse piovere dal cielo, e alla fine s’è dovuta spremere muscoli e polmoni per salvare almeno il pareggio. Per il Napoli invece il programma del lunedì sarà “bagni e massaggi” o qualcosa del genere, e il match di sabato a casa Juve ci darà una prima idea — minima, siamo ancora a settembre — di quanto conterà il suo risparmio energetico. Nel frattempo Conte è andato in testa alla classifica meno di un mese dopo aver chiesto scusa ai tifosi per la magra di Verona: ha ottenuto tanto da De Laurentiis in sede di mercato, a partire da un Lukaku che sta facendo più da portaerei che da runner, ed è prezioso anche così. Ma Conte è Conte: da Di Lorenzo a Lobotka, da Rrahmani a Kvara, il salto in alto rispetto al rendimento dell’anno scorso è spettacolare.
I problemi di Bologna, Roma e Fiorentina
Questa quarta giornata era importante per le cinque big rimaste intrappolate nel lato destro della classifica: tre club da Champions (Atalanta, Milan e Bologna), uno da Europa League (Roma) e la rappresentante di Conference (Fiorentina). Mentre Milan e Atalanta hanno dato un deciso scrollone, Bologna, Roma e Fiorentina stazionano ora appaiate alla miserabile quota di 3 punti. Hanno pagato scorci di gara molto diversi. Il Bologna è stato dominato per 70 minuti dal Como, e nei 20’ finali ha almeno riagguantato il pari con i cambi; la Roma si è asserragliata in area nei secondi 45’ dopo che i primi, assai brillanti, avevano partorito un solo gol di vantaggio, ed è caduta sull’ultimo cross scagliato dal Genoa in fondo al recupero; alla Fiorentina, anche lei a lungo piacevole ed efficace, è scivolato tutto fra le mani in un minuto e mezzo, la coda del primo tempo nella quale De Ketelaere e il formidabile Lookman hanno capovolto il risultato. Qualche riflessione aggiuntiva: il Bologna di Italiano non ha ancora vinto una partita e per risolvere i suoi problemi di gol tende a sbilanciarsi. Capitolo Roma: alla fine De Rossi si trova a disposizione molte opzioni di qualità, e la scelta di domenica (3-5-2 ultra-offensivo con El Shaarawy e Saelemaekers a tutta fascia) ha prodotto un primo tempo convincente che ha avuto anche il merito di sbloccare Dovbyk. Incomprensibile, quindi, quel progressivo tirare i remi in barca nella ripresa: un mourinhismo perfezionato dall’espulsione a pochi istanti dalla fine, e concluso col patatrac. Non ha chiesto De Rossi di rinculare così, ma è lui a dover evitare che accada. La Fiorentina davanti è viva, e Kean conferma che questa potrebbe davvero essere la sua stagione; ma ciò che manca dietro fa da tela di Penelope del lavoro offensivo.
Il Milan di Leao e Theo Hernandez
Sono ripartite Milan e Atalanta, dunque. Il Milan ha disposto in scioltezza di un Venezia di ombre, ed è chiaro che nel trittico disegnato con Liverpool e Inter il 95 per cento resta da fare. Però Theo e Leao sono entrati con l’impeto visto quindici giorni fa all’Olimpico, e come allora ci hanno messo un minuto per scoperchiare la difesa avversaria: il che significa che l’avviso mandato loro da Fonseca con la panchina di Roma ha prodotto il migliore degli effetti, e a prescindere da rapporti interni che andranno ancora monitorati questo è un successo dell’allenatore.
Il peso di Lookman nell’Atalanta
L’Atalanta, infine. Il prequel di agosto era vissuto sul sogno di recuperare sia Koopmeiners che Lookman. È riuscita soltanto la seconda operazione, ma con i viola si è visto che la verve del nigeriano continua a essere un fattore. Gasperini ha altri pezzi pregiati da inserire nel mosaico, da Zaniolo a Samardzic, e intanto ha trovato in Retegui il miglior colpitore di testa del torneo. Giovedì con l’Arsenal una sfida che segnerà una generazione di bergamaschi.