Palline da tennis, fumogeni, pipe e addirittura crocchette di pesce: sono gli oggetti lanciati come forma di protesta contro l’introduzione del Var dai tifosi di Rosenborg e Lillestrom, che domenica hanno causato prima l’interruzione, e poi la definitiva sospensione della partita del massimo campionato norvegese.
Tifosi uniti nella protesta
Se in Italia sono passati ormai sette anni dall’introduzione del Video Assistant Referee, nella Tippeligaen lo strumento tecnologico è arrivato soltanto nella scorsa stagione. Eppure a gran parte dei tifosi scandinavi il Var continua ad essere indigesto. Da qui la singolare forma di protesta durante Rosenborg-Lillestrom di domenica scorsa: dopo appena due minuti, dagli spalti dello stadio Lerkendal, sono iniziate a piovere decine di palline da tennis sia dai sostenitori locali che da quelli ospiti. Dopo una prima sospensione, si è ripreso a giocare ma la situazione è presto peggiorata con lanci di razzi, fumogeni, pipe e addirittura crocchette di pesce. Contemporaneamente sono stati esposti striscioni che recitavano: ”Odiamo il Var, non ci arrenderemo mai”. L’arbitro Rohit Saggi non ha potuto fare altro che mandare tutti i giocatori negli spogliatoi, ma dopo tre interruzioni e oltre 30 minuti di stop, ha sospeso definitivamente il match.
Rischio stangata
Adesso sia il Rosenborg che il Lillestrom rischiano una stangata sia dalla Federazione norvegese che dalla Fifa. Un’eventuale penalizzazione rischia di essere una mazzata soprattutto per il glorioso club bianconero (che vanta 26 titoli nazionali, di cui 13 consecutivi dal 1992 al 2004, ma l’ultimo risalente ormai al 2018), che si trova attualmente nei bassifondi della classifica. I tifosi però ne fanno una questione di principio: la tecnologia nel calcio non è la benvenuta.