MILANO – Più che una partita, ottanta minuti abbondanti di esercitazione attacco contro difesa. Superato un avvio bugiardo, in cui sembrava che il gioco lo facessero i nerazzurri, è cominciata una cosa che a San Siro non si vedeva da una vita. Da una parte l’Arsenal, furioso nel pressing e nell’assediare l’area nerazzurra, dall’altra un’Inter antica, impeccabile nelle marcature e nei raddoppi, monolitica e inscalfibile nel coprirsi e nel chiudere ogni spazio.
Arteta a Milano ha riproposto all’inizio dieci degli undici titolari che sabato scorso hanno perso uno a zero contro il Newcastle, e ha ottenuto una replica di quel match sciagurato: palla sempre ai suoi, ma vittoria agli altri. L’Arsenal ha fatto 21 tiri, il triplo di quanti ne ha fatti l’Inter. Ha calciato 13 corner contro nessuno. Ha tenuto il pallone per il 63 per cento del tempo. Però nell’unica casella che conta davvero, alla fine, sono stati i padroni di casa ad avere scritto 1. Rigore al 47’ del primo tempo, procurato da Merino con una manata al pallone, sfortunata e plateale, e trasformato da Calhanoglu, che in nerazzurro ha calciato diciannove volte dal dischetto e non ha sbagliato mai.
La partita
L’Inter ha 10 punti nella classifica della Champions – ne ha di più solo il Liverpool che finora ha vinto sempre – ed è alla pari di Sporting, Monaco e Brest, che la precedono però per differenza reti. Una situazione eccellente per Inzaghi, che è riuscito anche a preservare Barella, Thuram, Mkhitaryan e Dimarco, inseriti solo nel finale. Saranno loro i titolari contro il Napoli, insieme al regista turco, a cui l’allenatore ha risparmiato l’ultima mezz’ora di fatica. Ha speso tanto Bisseck, sontuoso nel contenere Saka. Si è dovuto dare da fare Sommer, con una bella parata su un tiro a giro di Havertz. In generale, tutta la difesa ha girato, come sempre in Champions: in quattro partite i nerazzurri non hanno subito neanche un gol. La sfida ora è portare la stessa solidità in campionato, dove comunque ha vinto sei delle ultime sette, dopo la sconfitta col Milan, pareggiando solo con la Juventus.
Le pagelle
Carattere e determinazione
Come preparazione alla gara col Napoli, non poteva esserci prova migliore, per quanto riguarda carattere e determinazione. Una bella risposta a chi accusava l’Inter di avere perso la fame dello scorso anno. I campioni d’Italia sono partiti forte, e fortissimo ha calciato Dumfries dopo due minuti, con un tiro d’esterno potente quanto imprevedibile, che si è schiantato sulla traversa. Ha risposto subito l’Arsenal, che a lungo ha tenuto il pallone nella metà campo nerazzurra, senza mai dare l’impressione di sapere davvero cosa farci, procurandosi tanti corner ma poche occasioni. E nel recupero di un tempo che ha impegnato molto più i centrocampisti rispetto a punte e portieri, è successo quello che con Calhanoglu in campo gli interisti si augurano accada sempre: il rigore. Nella ripresa l’Arsenal si è impegnato dall’inizio in un assedio basato sulla ricerca dei calci d’angolo, battuti tutti e sempre in area piccola, nella ripetizione di un identico schema. Non si vince così, Arteta lo sa. Si capiva da come si sbracciava. Ha addirittura calciato un pallone in gioco, prendendo giallo.