MILANO — Tre mesi dopo è sempre oggi. I campioni d’Italia, in attesa di Juventus-Roma, alla terza giornata sono già scappati in fuga col Torino. Per quanto mendace, il calcio d’agosto sa fornire indizi sul campionato che verrà. E quello offerto dal primo duello al vertice, la precoce sfida tra le protagoniste delle massime imprese della scorsa stagione, è che la seconda stella dell’Inter luccica più dell’Europa League conquistata dall’Atalanta, da anni la più efficace rappresentante della Serie A in campo internazionale.
Lautaro imprendibile
Dopo appena 10’ di folate a squarciare l’afa di San Siro, l’Internazionale di nome e di fatto aveva già prenotato la vittoria con due gol (autorete di Djimisiti a spiazzare Carnesecchi sul diagonale di Thuram e magnifico sinistro al volo di Barella) con la stessa ricetta tante volte esibita su questo palcoscenico: le limpide azioni in verticale, architettate da Çalhanoglu e Mkhitaryan, rifinite dagli scatti di Barella e concluse dagli strappi canonici di Thuram, implacabile in area assai più di Lautaro, al momento intermittente. Rimpinguato nel primo quarto d’ora della ripresa dalla doppietta di Thuram (due zampate in mezzo ad avversari sonnolenti), il risultato ha assunto la proporzione inattesa del 4-0, rimasto tale perché l’Inter si è poi distratta in prossimità del quinto gol.
«la cronaca della partita»
Atalanta in difficoltà sulle fasce
In verità la differenza tra il gioco scarnificato con successo da Simone Inzaghi e il trasbordo laborioso del pallone dalla difesa all’attacco, non ancora rispondente alle richieste di Gasperini, pare consistere soprattutto nel diverso grado di collaudo tattico. Gli undici interpreti interisti del 3-5-2 erano infatti i soliti che l’hanno da tempo memorizzato, mentre quelli del 3-4-2-1 atalantino sono in parte cambiati. I sincronismi, in particolare nella fase difensiva, ne stanno risentendo: la fisarmonica, che si allarga sulle fasce per la spinta di Bellanova e Zappacosta, ha stentato a chiudersi e Barella e i suoi fratelli ne hanno approfittato per infilarsi spietati nei corridoi centrali, spalancati anche da qualche grossolano errore di marcatura e scalatura. Il resto l’ha fatto la vena tecnica dei principali attori interisti, o meglio mattatori, Thuram su tutti: inafferrabile quando si metteva in moto ingranando subito la sesta, il figlio d’arte ha inventato pure alcune giocate artistiche.
Samardzic da rivedere
Sull’altro fronte, invece, l’isolamento di Retegui, non è stato colmato dalla presenza alle sue spalle, per lo più virtuale, del doppio trequartista: Samardzic, invano lanciato dal primo minuto e capace di guizzi saltuari, e Brescianini, che Spalletti ha cooptato per la prima volta in Nazionale. Fatale a Gasperini insultato senza posa dalla Curva Sud, e certamente paradigmatica, è stata la serataccia di Djimsiti, che è arrivato regolarmente in ritardo nelle chiusure, ha causato lo svantaggio iniziale e ha favorito il terzo gol con uno sventato colpo di testa all’indietro.
Bastoni e Çalhanoglu con problemi muscolari
Retegui è almeno riuscito a confermare il proprio fiuto per i palloni vaganti, anche se ha scagliato fuori da un passo quello respinto da Sommer sul tentativo di Zappacosta. Il centravanti oriundo è chiamato in Francia, il prossimo venerdì 6 settembre al Parco dei Principi, a rinnovare la gara con Thuram e il compito si profila complicato, data anche l’assenza di Barella, che in Nations League non ci sarà (terzo interista assente, con Darmian e Acerbi, però Bastoni è uscito in anticipo, come Çalhanoglu, per affaticamento muscolare) perché deve operarsi al naso. Barella tornerà in tempo per la Champions di metà settembre, che Inzaghi aspetta con minore ansia di Gasperini.
Marotta in politica
In tribuna Marotta, che al sorteggio Champions di Monaco ha manifestato agli intimi sempre più apertamente il proposito di intraprendere entro una scadenza imprecisata la carriera politica “per difendere lo sport italiano” e intanto ha concluso la campagna acquisti con l’ingaggio del difensore argentino Palacios da vice Bastoni, si è compiaciuto parecchio del successo della squadra. Dopo la sosta, il derby d’assaggio col Monza precederà quello col Milan, a San Siro di nuovo pienissimo e avviato alla ristrutturazione nel 2027 con vista su Euro 2032, secondo le indiscrezioni monegasche: il Comune, con la Figc e l’Uefa alla finestra ma non troppo, attende la risposta definitiva dai due club milanesi, che formalmente non hanno accantonato i costosi progetti San Donato e Rozzano.
Il tabellino di Inter-Atalanta
Inter 4 (Djimsiti 3’ pt aut, Barella 10’ st, Thuram 2’ st e 10’ st)
Atalanta 0
Inter (3-5-2): Sommer – Pavard, Acerbi, Bastoni (16’ st Augusto) – Darmian, Barella (34’ st Frattesi) , Calhanoglu (16’ st Asllani) Mkhitaryan, Dimarco – Thuram (34’ st Taremi), Lautaro (38’ st Arnautovic). All. Inzaghi.
Atalanta (3-4-2-1): Carnesecchi – De Roon, Djimsiti, Ruggeri – Bellanova (13’ st Toloi), Pasalic, Ederson, Zappacosta (34’ st Palestra)- Samardzic (34’ st De Ketelaere), Brescianini – Retegui. All. Gasperini
Arbitro: Marchetti.
Note: ammoniti De Roon e Retegui. Spettatori 71.745.