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Inter, che scivolone: impresa dell’Udinese, a San Siro finisce 2-1. Chivu: “Noi poco lucidi”

Non basta la rete di Dumfries ai nerazzurri, battuti in casa dai friulani, in gol con Davis e Atta

Milano – La prima sconfitta in serie A di Cristian Chivu da allenatore dell’Inter fa malissimo. Perché è arrivata alla seconda di campionato. Perché nella stessa giornata hanno vinto tutte le concorrenti. Perché l’avversaria era l’Udinese, con cui ci si aspetta che in casa si debba vincere, se l’obiettivo è lo scudetto. E perché il tecnico avrà due settimane di vuoto, mentre i suoi giocatori saranno in ritiro con le nazionali, per rimuginare su cosa non ha funzionato.

«La cronaca della gara»

Dopo la sosta la supersfida con la Juventus

È probabile che dopo la pausa, magari già nella sfida con la Juve allo Stadium, il tecnico prenderà coraggio e proporrà un’Inter più sua. La riproposizione del 3-5-2 di Inzaghi ha funzionato contro un Torino inesistente, ma non ha retto al crash-test di una squadra fisica e bene organizzata come l’Udinese. Forse tanto vale sparigliare, nel modulo e nell’approccio, sempre che i calciatori in rosa consentano variazioni sul tema. Ed è tutto da dimostrare. «Le scelte di mercato le abbiamo condivise con l’allenatore», assicura il presidente Marotta. Ma è difficile credere che Chivu sia contento di andare a giocare a Torino il 13 settembre senza un centrale giovane da inserire nelle rotazioni e senza nessuno che salti l’uomo. Perdere contro i bianconeri, per Lautaro e compagni, significherebbe vederli scappare a +6 dopo tre partite, magari in compagnia del Napoli, che farà visita alla resistibile Fiorentina.

Una serata con poco da salvare

Di una serata cominciata bene e finita malissimo, per l’Inter di salvabile c’è poco. Ad aprire le danze è stato Dumfries, servito in area da Thuram. Ma la gioia è durata otto minuti: tocco di mano dello stesso Dumfries su colpo di testa di Bertola, a due passi dalla porta di Sommer, revisione Var, comico annuncio muto dell’arbitro Marchetti a causa di un malfunzionamento in sala Var, rigore e gol di Davis. Cinque minuti prima della pausa è arrivato il raddoppio friulano, del ventiduenne francese Arthur Atta, che mai aveva fatto gol in serie A. Eppure, vedendolo ipnotizzare Bisseck e calciare a giro sul palo lontano, sembrava che nella vita non avesse fatto altro che reti come quella.

Calhanoglu non pervenuto

A raddrizzare le cose, per l’Inter, ha provato Dimarco dopo dieci minuti della ripresa, con un tiro a trivela in stile Quaresma. Ma l’arbitro ha annullato per fuorigioco di Thuram, questa volta spiegando ad alta voce le ragioni della revisione al Var. Chivu ha reagito inserendo Mkhitaryan, escluso all’inizio dal gioco delle sedie a centrocampo. E a venti minuti dalla fine ha lanciato Pio Esposito, al debutto in A, togliendo Çalhanoglu, fin lì disastroso. Ben più efficace del turco è stato Karlstrom, a cui Runjai? ha affidato chiavi del centrocampo e fascia da capitano.

Chivu: “Siamo un cantiere aperto”

A fine partita Chivu ha ammesso: “Il match si era messo bene, ma siamo stati poco lucidi. Siamo ancora un cantiere aperto”. Per chiuderlo, una minoranza di tifosi interisti sognatori ancora spera nell’arrivo last minute di Lookman alla Pinetina, dopo che l’Atalanta ha rifiutato l’offerta del Bayern Monaco: prestito oneroso più riscatto a 28 milioni. Ma a gelare gli entusiasmi è Marotta: «Penso che non succederà niente. Abbiamo confermato l’ossatura, non è un difetto ma un pregio». Un modo per rendere digeribile un mercato delle riserve — dopo Asllani è partito Taremi — che ha sostituito panchinari con panchinari. L’eccezione è Sucic, ma ieri sera è stato pessimo, dopo l’ottimo esordio di lunedì scorso.

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