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Chivu: “Approccio ok dell’Inter, ma dobbiamo migliorare”. Tutte le novità tattiche che ha introdotto

Il tecnico dopo il pareggio all’esordio in nerazzurro: “La novità della difesa a zona sui corner l’ho concordata con i giocatori”

PASADENA – Gli occhi parlano chiaro. Dopo l’1-1 contro il Monterrey, nella sua prima partita da allenatore dell’Inter, Cristian Chivu è più sollevato per la sconfitta evitata che dispiaciuto per non aver vinto. E ha tutte le ragioni del mondo: una sconfitta, a diciotto giorni dalla débâcle di Monaco, sarebbe stata un colpo durissimo per il morale e per il percorso dei nerazzurri nel Mondiale per club. “Abbiamo fatto un buon primo tempo. Nel secondo siamo stati troppo lenti nel palleggio, ci è mancata un po’ di cattiveria”, ha analizzato con onestà. Poi ha raccontato che la scelta di difendere a zona sui calci piazzati – una novità rispetto a Inzaghi – l’ha presa assieme ai giocatori: “Sulle palle inattive mi sono confrontato con i ragazzi. Abbiamo concordato di difendere a zona, altrimenti a uomo ti trovi spesso uno libero sul primo o secondo palo. Comunque, su Sergio Ramos la marcatura era a uomo”.

Esperimenti tattici e nuove soluzioni

Per quanto riguarda le novità che, gradualmente, Chivu vuole introdurre nel 3-5-2 ereditato da Inzaghi, il tecnico rumeno racconta: “Possiamo provare Mkhitaryan trequartista, bisogna avere soluzioni ed essere pronti. Posso giocare anche con un uomo dietro a due punte, o con due giocatori dietro a una punta sola: sono possibilità”, ha detto, in una dichiarazione di duttilità tattica che molti tifosi invocavano ai tempi di Inzaghi. E l’ha dimostrata anche in campo, finendo la partita con un 3-4-2-1 cangiante, senza un vero e proprio regista e con due mediani davanti alla difesa. “Andando contro un blocco basso, abbiamo provato cose diverse. Forse potevamo fare meglio con due uomini sotto la punta, ma l’impegno e la voglia di fare bene non ci sono mancati”.

Aggressività, pressing e autocritica

Quello che Chivu ha apprezzato è stato vedere in campo i suoi concetti: il pressing, la difesa alta, la riaggressione della palla persa. “Siamo stati aggressivi, abbiamo cercato di difendere in avanti, di bloccare le loro transizioni, dove sono abbastanza bravi”, ha detto. Ma nella critica di ciò che non ha funzionato, non si è nascosto: “Potevamo fare meglio, abbiamo sbagliato sotto porta, all’ultimo passaggio, nella manovra”. L’unica critica che non accetta, mossa dalla stampa americana, è quella di avere sottovalutato l’avversario: “Questo non è vero, non sottostimiamo nessuno. Cerchiamo di fare il nostro meglio contro ogni avversario. Abbiamo provato a vincere fino alla fine”.

Prime impressioni su Henrique e Sucic

Dei nuovi arrivati, entrambi entrati a gara in corso, Chivu ha detto ben poco, perché ha potuto vedere ancora poco. Luis Henrique è partito pronto, strappando in fascia e passando veloce. “L’ho visto bene, anche se può fare meglio”, ha detto di lui l’allenatore. Su Sucic, che nel finale ha perso un pallone che rischiava di costare il 2-1, si è invece limitato a osservare: “La condizione non è ancora ottimale, ma ha fatto buone cose”. Infine, sulla prestazione di Sebastiano Esposito, lanciato dall’inizio al fianco di Lautaro, ha detto. “È stata in linea col resto della squadra. Non era facile attaccare, contro una squadra con un blocco così basso”.

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