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Inter, Marotta: “La proprietà ti lascia lavorare tranquillo”

Dal palco del Golden Boy Marotta racconta diversi aneddoti: “Devo dire che da ogni presidente ho appreso qualcosa che arricchisce il mio bagaglio, oggi pieno d’esperienza”

L’amministratore delegato dell'Inter, Giuseppe Marotta, dal palco dell'evento in cui vengono annunciati i nomi dei finalisti per il premio annuale Golden Boy, ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni: “Come giocatore ero scarso e sin da piccolo volevo fare questo mestiere. Dopo il Varese sono andato al Monza, vendetti la prima metà di Casiraghi alla Juventus del presidente Boniperti. Ero giovane, 30 anni, a Boniperti dissi di fare lui il prezzo. Ed è stato veramente bravo, mi ha trattato bene. Poi Como, Ravenna e il Venezia in cui ho avuto la fortuna di riportare la squadra in A dopo 35 anni".

Prosegue poi Marotta: "Vidal fisicamente aveva un motore che gli faceva sopportare anche certe serate "diverse". In campo dava tutto ma è un'eccezione. Una cessione difficile è stata quella di Pogba, lunga e onerosa, tre giorni filati in albergo con i dirigenti del Manchester United. Contemporaneamente abbiamo preso Higuain, ma senza cedere Pogba non potevamo farla: ho chiesto l'autorizzazione a procedere ad Agnelli ed è stato un po' rischioso, Gonzalo poteva andare al Barcellona".

Il dirigente nerazzurro ricorda i presidenti con cui ha lavorato: "Diversi, da Zamparini fino a Garrone e Agnelli. Devo dire che da ognuno ho appreso qualcosa che arricchisce il mio bagaglio, oggi pieno d'esperienza. E per fortuna che sono arrivate le proprietà straniere, non so senza di loro dove sarebbe arrivato il nostro calcio".

Su come sia lavorare all’Inter: ”Abbiamo dovuto acuire l'ingegno, fare di necessità virtù. Anche senza grandissimi investimenti, la proprietà ci garantisce comunque rose competitive. Lo scorso anno siamo arrivati in finale di Champions… Il vantaggio di questa proprietà è che ti lascia lavorare tranquillo, non ti condiziona".

In chiusura, un ricordo dei giorni con l’Atalanta: "Due stagioni sole ma sono stato benissimo. Una società all'avanguardia, ancora oggi uno dei migliori settori giovanili se non il migliore. Poi ho accettato la sfida Sampodria in Serie B ed è stata una mossa vincente. Quando ti sposti devi sempre andare in società che sono in difficoltà, lì puoi solo migliorare. Oggi andare a Napoli sarebbe difficile…”, riporta Tuttomercatoweb.

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