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Inter spuntata in Europa. In Champions segna la metà rispetto alla Serie A

Per accedere agli ottavi senza play off potrebbero bastare 4 punti in due partite. Ma la sconfitta di Leverkusen mette in mostra la poca efficacia offensiva. Ecco tutti i numeri

LEVERKUSEN – Premessa doverosa: l’Inter ha perso una partita che poteva perdere, contro i campioni di Germania, che hanno vinto otto delle ultime nove gare in casa in competizioni europee. Ha perso 1-0 al novantesimo, con un gol rocambolesco, nato da un probabile fuorigioco, ed è ancora ampiamente in corsa per chiudere il girone Champions fra le prime otto. Ciò detto, la sconfitta di Leverkusen mette a nudo il limite dell’Inter in Coppa quest’anno: tira poco in porta e segna ancora meno.

Numeri positivi, ma il Bayer svela i limiti

Le carenze in fase offensiva dell’Inter di Champions finora erano state in qualche modo nascoste dai risultati. Nelle prime cinque gare, l’Inter aveva infatti raccolto 13 punti, frutto di un pareggio a Manchester col City e quattro vittorie. Senza peraltro mai subire un gol. Ma l’incrocio col Bayer ha dimostrato che difendere non basta. A dirlo per primo, dopo la sconfitta, è stato lo stesso allenatore interista, Simone Inzaghi: “Non siamo stati abbastanza efficaci in attacco. Non abbiamo mostrato abbastanza per battere una squadra con le loro qualità oggi”.

Inter, i numeri dell’attacco

L’Inter ha segnato solo sette gol nelle prime sei partite di questa Champions League, mantenendo la porta inviolata in cinque di queste gare. Una media di 1,16 reti a partita. In campionato ne ha segnati 34 in quattordici sfide, con una media di 2,42 centri. In pratica, in Europa segna meno della metà. In Champions l’Inter ha fatto in media 3,8 tiri in porta a partita, meno della metà rispetto al campionato. Un andamento simile si ha anche per i tiri totali, compresi quelli fuori dallo specchio: in Europa, finora, l’Inter non ha mai fatto più di 19 tiri (contro la Stella Rossa, il 1º ottobre) e in ciascuna delle ultime tre partite non è andata oltre quota 15.

Turn over scientifico, ma l’attacco non decolla

Quello che cambia fra campionato e coppa sono, molto semplicemente, gli uomini in campo. Se la composizione della difesa finora ha ruotato in base a infortuni e grado di stanchezza dei giocatori – dimostrandosi peraltro molto efficace in Champions – il turn over è stato invece più “scientifico” negli altri reparti. In Europa sulle fasce hanno spesso giocato Darmian ed Augusto. Al fianco di Calhanoglu, Inzaghi ha schierato con assiduità Zielinski e Frattesi. In attacco, il punto fermo è stato Taremi, ex Porto, abituatissimo a giocare la coppa più importante. Ma finora, dal punto di vista realizzativo, ha deluso, segnando un solo gol in maglia nerazzurra, nel 4-0 contro la Stella Rossa.

Obiettivo: chiudere fra le prime otto

Dire che l’Inter di Champions sia meno forte di quella di campionato sarebbe ingeneroso: a 13 punti, l’Inter ha ancora ampio margine di finire il girone fra le prime otto ed evitare i play-off per l’accesso agli ottavi. Nelle due gare che le mancano a gennaio – prima la trasferta a Praga con lo Sparta, poi la partita a Milano col Monaco – deve fare quattro punti e sperare. Oppure, vincerle entrambe. Non una missione impossibile. E se si trova in questa situazione è perché ha vinto quattro dei primi sei incontri. Che però in Europa segni poco, è un fatto. Bisogna capire ora se Inzaghi vorrà di nuovo dare fiducia a Taremi e agli altri titolari di Champions, o preferirà far somigliare la squadra di coppa a quella che in campionato si gioca la vetta con Napoli, Atalanta e Fiorentina.

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