MILANO – Il calcio di adesso contro quello di prima. Il gioco frenetico e verticale dell’epoca degli highlight, contro un catenaccio antico, da tv in bianco e nero. Fra Inter e Slavia Praga, oltre che tre reti di scarto, passa un’era evolutiva del pallone. L’antiquario Trpisovsky, da nove anni sulla stessa panchina, a San Siro ha tentato una difesa anacronistica dell’area, che Lautaro ha coerentemente scardinato con un gol che viene da lontano. Quasi una citazione. Un colpo velenoso alla Benito Lorenzi, ancor prima che alla Peirò: il portiere Stanek cincischia con la palla, lui compare dal nulla, gliela ruba e la mette in rete. Rapina, come si chiamava una volta, e uno a zero alla mezz’ora.
La rivoluzione di Chivu
È cominciata così la costruzione della quarta vittoria consecutiva dell’Inter fra campionato e Champions, con un solo gol subito nella serie, segno che dopo la rocambolesca sconfitta di Torino con la Juve la squadra di Chivu si è registrata, soprattutto quando tocca difendere. A certificare l’appartenenza di Inter e Slavia a due epoche diverse è anche il dato degli stranieri nelle formazioni di partenza: tre soli per i cechi, tre soli italiani per i nerazzurri. Dell’undici vittorioso a Cagliari, Chivu ha salvato giusto Bastoni, Calhanoglu e la coppia di attacco, con Thuram al fianco del suo capitano. Per il resto, tutti volti nuovi, a partire da Sommer, che gli avversari hanno fatto di tutto per non disturbare, e Dumfries, tornato al suo posto in fascia destra e subito in gol: recupero palla e sgroppata palla al piede di Acerbi, cross rasoterra di Thuram, e taglio micidiale dell’olandese. Il raddoppio dell’Inter è arrivato così, quattro minuti appena dopo il primo gol.
Lautaro fa il bis
Nella ripresa, il tecnico ceco ha cambiato subito tre uomini, come a volere dimostrare che il problema erano gli interpreti e non lo spartito. Ovviamente non ha funzionato. Sucic, tutto solo, ha dribblato il portiere e all’ultimo ha mancato il 3-0. A fare il terzo gol è stato Lautaro, di nuovo lui, su cross di Bastoni, già assistman in Sardegna, dopo un bel tacco di Thuram. Il francese è uscito dal campo dolorante, in un maxi-slot di cambi che ha portato in panchina anche Bisseck, Zielinski e Lautaro, primo interista a segnare almeno un gol in sette edizioni consecutive della Champions League. A entrare per il finale sono stati Akanji, sontuoso, Barella, Bonny e Pio Esposito, già idolo del pubblico di San Siro, che si porta avanti e applaude quel che il giocatore promette, più che ciò che già ha fatto vedere.
Il calendario
Chivu, alla seconda vittoria su due in Champions da allenatore, sa che nel torneo non sarà sempre così, ma si gode il momento e – previdente – accatasta punti che si riveleranno preziosissimi nel rigido inverno di Champions. Il calendario dell’Inter nel torneo somiglia molto allo schema delle canzoni grunge anni Novanta: prima una strofa dolce e poi, di colpo, il ritornello furioso. Dopo avere battuto il modesto Ajax e il modestissimo Slavia Praga, i nerazzurri incontreranno le abbordabili Union SG e Kairat. Poi comincerà il rock’n’roll: Atletico Madrid, Liverpool, Arsenal e Borussia Dortmund, una in fila all’altra. Per questo, nella prima metà del maxi-girone, l’Inter sa che non solo deve fare tutti e 12 i punti a disposizione, per assicurarsi quantomeno i play-off, ma le conviene anche assicurarsi una buona differenza reti. Ed è esattamente quel che sta facendo.
Inter-Slavia Praga 3-0 (2-0)Inter (3-5-2): Sommer; Bisseck (21′ st Akanji), Acerbi, Bastoni; (31′ st Darmian), Dumfries, Sucic, Calhanoglu, Zielinski (21′ st Barella), Dimarco; Thuram (21′ st Bonny), Lautaro (21′ st Esposito) (13 J. Martinez, 6 De Vrij, 11 Luis Henrique, 16 Frattesi, 17 Diouf, 22 Mkhitaryan, 30 Carlos Augusto). All.: Chivu.Slavia Praga (4-5-1): Stanek; Vlcek, Chaloupek, Zima, Hashioka (39′ st Chytil); Doudera (4′ st Mbodji), Dorley, Zafeiris, Sadilek (1′ st Schranz), Provod (25′ st Cham); Kusej (1′ st Chory) (35 Markovic, 40 Rezek, 11 Sanyang, 16 Moses, 18 Boril, 30 Toula, 31 Prekop). All.: Trpisovsky.Arbitro: Chris Kavanagh (Ing) 6Reti: nel pt 30′ Lautaro, 34′ Dumfries; nel st 20′ LautaroNote: Ammoniti Bisseck, Schranz, Lautaro.Spettatori 62.317