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Inzaghi furioso: “Niente recupero, non prendermi per il c…”. L’Inter stanca saluta il Triplete

Lo sfogo del tecnico nerazzurro con il quarto uomo, sul 3-0 per il Milan, è la fotografia del momento difficile della sua squadra, che ora si appresta a affrontare Roma e Barcellona

MILANO — Lo scatto furioso di Inzaghi verso il quarto uomo, la richiesta di chiuderla lì e subito: si può racchiudere in questa immagine il derby di Coppa Italia che ha ridato fiato al Milan e stoppato il sogno Triplete dell’Inter. Simone che, nel finale, urla indicando Aureliano: “Non voglio il recupero! Non mi prendete per il c…! Non lo voglio!”, dice scuotendo il dito. L’arbitro Doveri lo ha accontentato, fischiando la fine della partita esattamente al 90’, tra gli olè del pubblico milanista. Chi lo avrebbe mai detto anche solo una settimana fa, quando i nerazzurri hanno eliminato il Bayern Monaco dalla Champions League? La sconfitta contro la squadra di Conçeicao porta a due considerazioni: l’Inter è in riserva e non ha una profondità di rosa adeguata agli obiettivi fissati. Andiamo con ordine.

Il turnover di Inzaghi

La stanchezza è un fattore determinante. Sia nelle scelte di Inzaghi, che sembra fare la formazione pensando un po’ al presente e un po’ alla partita successiva, sia per comprendere il calo di diversi giocatori. Ieri Simone ha schierato dall’inizio sei riserve (Martinez, Bisseck, De Vrij, Asllani, Dimarco e Taremi), e tra i titolari due erano scontati perché squalificati per la partita di campionato con la Roma (Bastoni e Mkhitaryan). Insomma, della formazione tipo, quella che potremmo vedere domenica, hanno giocato dal 1’ solo Barella e Lautaro. Da mesi Inzaghi gestisce le forze calibrando ogni minuto, con una cura maniacale al singolo dettaglio. Per questo chiede al quarto uomo di non concedere recupero: risparmiare secondi preziosi alle gambe dei suoi e evitare il rischio di infortuni. Un altro segnale sono le quattro sostituzioni al 9’ del secondo tempo, sotto 0-2: fuori Barella, Dimarco e i disastrosi Asllani e Taremi e dentro tre riserve (Frattesi, Zalewski, Arnautovic) più Çalhanoglu. È in quel momento che il derby è finito. L’Inter ha tirato i remi in barca, iniziando a pensare alla Roma. Il tempo per provare a pareggiare la partita c’era, evidentemente le energie fisiche e mentali no. “È inutile negare che ci sia tanta stanchezza, è inevitabile che ci sia ma non può essere un alibi. E poi c’è per tutti: il nostro calendario è stato più fitto rispetto ad altri, ma dobbiamo essere più forti. Siamo l’Inter”, ha detto Inzaghi a fine gara.

Inter, le riserve non funzionano

Il quinto derby stagionale senza successi evidenzia anche una profondità di rosa non adeguata all’obiettivo stabilito, vale a dire provare a vincere ogni competizione, sognare il Triplete. L’asticella l’hanno alzata all’interno del club nerazzurro: nella conferenza stampa dopo il sacco di Rotterdam è stato proprio Inzaghi a fare il segno del tre con le dita della mano, indicando la strada. Ma molti riservisti si sono dimostrati inadeguati. Soprattutto nel reparto offensivo. I problemi sono iniziati con l’infortunio di Thuram, uomo chiave per la capacità di attaccare lo spazio e correre in profondità. Taremi ieri ha confermato le difficoltà della sua avventura in nerazzurro: zero tiri in porta, solo 10 palloni toccati, la sensazione che anche i compagni faticassero a dargli fiducia. Correa ha avuto a Bologna una chance dal 1’ ma l’ha sprecata, mentre Arnautovic (4 gol nelle ultime 4 gare da titolare) convive da tempo con un problema alla schiena. Il discorso si può allargare anche agli altri reparti: Asllani e Frattesi fanno rimpiangere Çalhanoglu e Barella, Zielinski è fuori causa da un pezzo, lo stesso Bisseck mostra margini di miglioramento ma intanto ha sulla coscienza un po’ di errori difensivi.

Il calendario dell’Inter

Il calendario non lascia respiro. Domenica l’Inter ha nella Roma imbattuta da gennaio forse l’ostacolo più alto rimasto in campionato, a tre giorni dalla trasferta di Barcellona. La Coppa Italia è andata, restano scudetto e Champions. Solo a fine corsa sarà il momento dei bilanci.

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